Pino Scotto insulta Amadeus e lo fa con il suo classico stile diretto senza peli sulla lingua. Le sue parole, a prescindere dall’oggetto del contendere, sono tutt’altro che leggere e dimostrano che il rock, per come lo intende questo musicista, è da vivere in ogni aspetto della vita, comprese le dichiarazioni pubbliche. Cosa non è andato giù al musicista? La direzione artistica del recente Festival di Sanremo, in realtà successo televisivo e d’ascolti eclatante, che, secondo il personaggio, sarebbe piuttosto sprovvisto di qualità musicale e artistica. Ecco cos’ha detto in un’intervista.

Pino Scotto insulta Amadeus, le dichiarazioni

Sempre esplosivo quando parla il rocker, all’anagrafe Giuseppe Scotto Di Carlo, cantautore e conduttore televisivo italiano, conosciuto anche per essere stato il frontman dei Vanadium, che ha commentato il festival di Sanremo 2023 in una lunga intervista alla rivista di settore Mow Mag dove non ha lesinato dure osservazioni nei confronti della kermesse canora, che forse mai come quest’anno è stata ingolfata da polemiche, ancor più politiche. L’esordio è poco delicato:

“Un persistente senso di vomito è quello che ho provato guardando lo spettacolo condotto da Amadeus.”

Gli insulti al Direttore Artistico

Pino Scotto insulta Amadeus senza giri di parole:

“Pensavo fossimo solo il paese più ignorante d’Europa e invece meritiamo l’estinzione, facciamo schifo. Mi sono sforzato di guardarne una serata, ma non ho trovato tre note a fila che potessero definirsi musica. Ma chi è ‘sto stronzo che ha scelto i pezzi? Amadeus? E quando mai ha capito qualcosa di musica, questo qui? Credo che si sia toccato il fondo. Ormai le canzoni non contano più un cazzo!”


Il punto sull’ultimo Festival

Con un giudizio così netto sull’Ama nazionale, era inevitabile che il musicista si esprimesse anche su ciò che è andato in scena all’Ariston: 

“Sì, credo che si sia toccato il fondo. Ormai le canzoni non contano più un cazzo. Conta il gossip, come si vestono tutte le marionette disposte sul palco e come scoreggiano. Della musica non frega più un emerito cazzo a nessuno. Tanto tempo fa era diverso. C’erano Modugno, Tenco. E finito il Festival non si parlava altro che delle canzoni.”

E sul caso Blanco, che ha devastato il palco dell’Ariston durante la prima puntata della kermesse canora, Pino Scotto così chiosa:

“Ma era tutto preparato, dai. Striscia La Notizia li ha sputtanati all’istante. Stessa cosa per quel bacio tra Fedez e quell’altro innominabile (Rosa Chemical, NdR). Tutto fasullo: niente musica, solo audience”. 

Diciamo che il frontman dei Vanadium non è esattamente un fan di questa edizione.

Chi è Pino Scotto

Così recita la biografia del rocker:

“Si tratta di un cantautore e conduttore televisivo italiano di Procida, conosciuto per essere stato il frontman dei Vanadium,[8] per la sua carriera solista e per essere stato il cantante dei Fire Trails e dei Pulsar.

Parallelamente alla sua carriera musicale, è noto per le sue opinioni[2] (spesso condite da un linguaggio volgare, colorito ed esplicito) con cui si scaglia contro la società, la politica, il mondo dello spettacolo, il cinema italiano[9] (soprattutto contro i cinepanettoni) e l’industria musicale italiana e internazionale[10][11], rivolgendosi agli artisti di qualsiasi genere musicale.

Diviene il cantante dei Vanadium, gruppo fondato dal chitarrista Stefano Tessarin, con cui incide otto album e intraprende tour italiani ed esteri. Il debutto, Metal Rock (1982), che risente dell’influenza dei Deep Purple, vende circa 8 000 copie. Segue A Race with the Devil (1983). Con Game Over (1984) il gruppo raggiunge la cifra di 54 000 copie vendute solo in Italia. Per il successivo disco dal vivo, On Streets of Danger (1985), primo live pubblicato da un gruppo metal italiano e per Born to Fight (1986) i Vanadium girano due video, regolarmente programmati su Videomusic. Essi sono Easy Way to Love, tratto dal secondo LP sopra citato e registrato al Marquee Club di Londra e che diviene il tema portante della trasmissione TV Discoring e You Can’t Stop the Music.

In seguito al fallimento della loro etichetta, la Durium, il gruppo vede interrompere bruscamente l’ultimo lavoro in studio Corruption of Innocence (1987), prodotto da Jim Faraci (produttore di Ratt, Poison, L.A. Guns), ma riesce ugualmente a riprendersi entrando nella scuderia della Green Line/Ricordi e dando alla luce l’album Seventheaven, prodotto da Guy Bidmead (Motörhead, Tina Turner, Wrathchild) e orientato al metal statunitense, molto in voga in quel periodo. In questo lavoro Scotto addolcisce notevolmente il timbro della sua voce. La distribuzione e la promozione di questo LP risentono però dello scarso supporto offerto dalla nuova etichetta.”