“Ho perso tutto”. Queste le parole che Piero Carta, padre della 13enne uccisa a coltellate dalla madre, ad Oristano, ha affidato ai social nelle scorse ore. L’uomo, devastato dalla perdita della figlia, non riesce a darsi pace e, in riferimento alla donna, con cui era separato da tempo, continuerebbe a dire: “Mi ha tolto ogni cosa e quanto avevo di più prezioso”. Ricostruiamo quanto accaduto.
Ragazza uccisa dalla madre Oristano: la ricostruzione dei fatti e le parole del padre
Si chiamava Chiara Carta, la 13enne morta nel pomeriggio di sabato, 18 febbraio, per mano della madre, a Silì, una frazione di Oristano. Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, la ragazza sarebbe stata colpita dalla furia materna all’improvviso, al momento del suo rientro in casa dopo un’uscita, e avrebbe provato a difendersi – come dimostrano le ferite alle mani -, senza riuscirci: accoltellata con un taglierino per più di 20 volte, prima di essere strangolata con il cavetto del caricabatterie dello smartphone, alla fine la 13enne avrebbe ceduto, morendo. Il suo corpo sarebbe stato ritrovato in bagno dal padre, dopo l’allarme lanciato da un passante che, poco dopo i fatti, aveva soccorso la 52enne, Monica Vinci, sul selciato, dove era atterrata dopo essersi lanciata dalla finestra per tentare il suicidio.
Trasportata in codice rosso all’Ospedale di Sassari, la donna avrebbe riportato gravi lesioni alla testa e la frattura del bacino, ma non sarebbe in periocolo di vita. Niente da fare, invece, per sua figlia. “Amore di papà, so che non potrai leggermi, ma il mio cuore vuol comunicare con la tua anima – scrive ora sui social il padre, Piero, 53enne, agente di polizia locale di professione, da tempo separato dalla donna responsabile dell’omicidio -. Sin quando sarò vivo continuerai a essere il mio primo pensiero, ogni giorno”. Nel pomeriggio di oggi l’uomo, ancora sconvolto da quanto accaduto, potrà dire addio insieme ad amici e familiari alla giovane, nel corso della messa in suo ricordo organizzata nella parrocchia di San Pietro Apostolo di Silì.
“La tua giovane vita, ancora in boccio, è stata spezzata dalla solitudine della disperazione. Ci sentiamo tutti inermi di fronte a tragedie di questa natura e proviamo a chiederci perché accadono, senza trovare alcuna risposta – hanno scritto in una lettera pubblica i compagni di classe e i professori di Chiara -. Tutta la comunità scolastica, di cui eri parte da anni, ormai, ti ricorda con grandissimo affetto ed esprime al tuo papà il più sincero cordoglio. Vivrai nel ricordo dei tuoi insegnanti e dei tuoi compagni e amici. Il posto che occupavi in aula rimarrà vuoto ma non quello nei cuori di chi ti ha conosciuto, apprezzato e voluto bene. Riposa in pace, Angelo del Cielo, la tua scomparsa ha sconvolto tutti noi e niente, per chi ti ha conosciuto, sarà più come prima. Il tuo sacrificio sia di monito a tutti noi che ci occupiamo di scuola per continuare nell’opera di educazione alla solidarietà, alla collaborazione e al sostegno verso l’altro, il nostro prossimo, cominciando da chi ci sta più vicino”.
Sconvolta dall’accaduto la comunità cittadina
I fatti accaduti a Silì hanno sconvolto la piccola comunità cittadina. “Siamo tutti molto colpiti e proviamo profonda tristezza e dolore – ha fatto sapere il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna -. La comunità si stringe attorno alla famiglia della giovane Chiara per offrirle sostegno e solidarietà in questo momento difficile. Ci sentiamo particolarmente vicini al padre della vittima che conosciamo bene, e di cui apprezziamo le doti, perché appartiene al Corpo di Polizia municipale”. L’ipotesi investigativa su cui si lavora, al momento, è quella di un diverbio finito in tragedia. Solo le dichiarazioni rilasciate dalla donna, una volta sentita dagli inquirenti, potranno chiarire le motivazioni dell’estremo gesto.