Blocco cessione dei crediti d’imposta del superbonus e dei bonus edilizi: è previsto per la giornata di oggi, 20 febbraio, l’incontro tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e le Associazioni di categoria. Sul tavolo si tornerà a discutere del decreto del 17 febbraio scorso recante proprio il blocco della vendita dei bonus e dello sconto in fattura per i lavori da iniziare e la situazione dei vecchi crediti, quelli rimasti incagliati risalenti a interventi certificati fino al 16 febbraio scorso. Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, la misura ha prodotto negli ultimi tre anni (dal 2021 a oggi), crediti d’imposta per oltre 100 miliardi di euro, generando “tre miliardi di euro di crediti al mese” come ha detto nella giornata di ieri Giorgia Meloni. “Se lasciassimo i crediti del superbonus fino alla fine dell’anno non avremmo i soldi per fare la finanziaria – ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – Dobbiamo difendere il bilancio statale”. La convocazione di oggi, prevista alle 17:15, vedrà la partecipazione delle Associazioni di categoria a Palazzo Chigi: ci saranno l’Associazione bancaria italiana (Abi), l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), Confindustria, Confedilizia, Confapi, Confartigianato, Alleanza cooperative e la Confederazione Nazionale dell’artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) che illustreranno le proprie proposte, data la preoccupazione delle conseguenze del decreto su imprese, famiglie e banche.
Blocco cessione crediti superbonus, oggi incontro Meloni-Associazioni: le proposte
La proposta che presenteranno le Associazioni all’incontro di oggi a Palazzo Chigi per risolvere il nodo del blocco cessione crediti superbonus e dello sconto in fattura per i lavori pregressi in superbonus riguarderà l’utilizzo degli F24 delle banche. Si tratta di un schema che prevede di utilizzare, da parte degli istituti bancari, i bonus edilizi per i versamenti delle imposte dei clienti delle banche al fine di liberare spazio fiscale. Sarebbe la soluzione più efficace per far ripartire gli acquisti dei crediti da parte delle banche perché coinvolgerebbe tutti i modelli F24 processati dagli istituti di credito. Inoltre, la misura non creerebbe problemi dal punto di vista della tenuta dei conti: infatti, le operazioni andrebbero a bilancio per gli anni precedenti, ovvero per le annualità nelle quali i bonus e i superbonus sono stati creati, mentre la compensazione non graverebbe sui conti del Bilancio 2023. L’ipotesi sarebbe in linea anche con la nuova interpretazione della classificazione dei crediti d’imposta dettata dall’Eurostat nei primi giorni di febbraio e spiegata, in Commissione Finanze del Senato, meno di una settimana fa da Luca Ascoli, direttore di Statistica e Finanza Pubblica dell’organismo europeo. La nuova classificazione impone agli Stati membri dell’Unione europea di contabilizzare tutti i crediti d’imposta all’anno di maturazione degli stessi. Pertanto, i 105 miliardi di euro del solo superbonus del 2021 e 2022 dovrebbero essere imputati ai bilanci degli ultimi due anni. C’è anche un’ipotesi di cartolarizzazione dei crediti dei bonus edilizi, che però non verrebbe vista di buon occhio da alcune forze politiche, prima tra tutte Italia Viva.
Cartolarizzazione bonus edilizi e proposte di Marattin di Italia Viva
Sulla possibile cartolarizzazione dei crediti di bonus e superbonus edilizi, Luigi Marattin – deputato e responsabile economico della federazione Italia Viva e Azione – è intervenuto per ammonire il governo di “non fare pasticci”. L’idea della cartolizzazione, secondo Marattin, sarebbe di Fratelli d’Italia. “Cartolarizzare vuol dire vendere dei crediti a un soggetto che, per acquistarli, emette titoli obbligazionari. In pratica, trasformare quei crediti in ‘carta’, quale quella su cui si stampa(va)no le obbligazioni emesse – spiega Marattin – In qual caso la proposta equivale a ritirare dal mercato tutti i crediti rimasti, finanziando l’operazione con l’emissione di nuovo debito pubblico. Non una grande idea – prosegue Marattin – perché se con la decisione Eurostat dobbiamo cuccarci l’impatto sul deficit 2021 e 2022 (ma non sul debito), con questa brillante idea avremmo invece un impatto anche sul debito 2023 – Noi del Terzo Polo abbiamo già fatto la nostra proposta: spostare dal 16 febbraio al 30 marzo la data entro cui occorre avere i titoli abilitativi per poter accedere alla cessione del credito, in modo da aprire a chi ha già programmato i lavori e firmato contratti e permettere la compensazione dei crediti di imposta ‘incagliati’ con le imposte raccolte tramite F24, in modo da liberare capienza fiscale e far ripartire quello (sciagurato) mercato dei crediti”.
La risposta di Nicola Morra
A Luigi Marattin ha risposto Nicola Morra, ex senatore del Movimento 5 Stelle: “Calenda ironizza sul superbonus e pretende le scuse da chi ha approvato la misura, sostenendo che il Terzo Polo avrebbe avanzato una proposta intelligente e ragionevole a prima firma Luigi Marattin – scrive su Facebook – Ora vuole la verità storica che nel luglio del 2020, quando è stato convertito il Decreto Legge 34 del 2020, detto Decreto Rilancio, che ha approvato il superbonus 110%, lo stesso Marattin, esponente di punta di Italia Viva, abbia votato, con Renzi e tutto il suo gruppo, in quanto parte della maggioranza del governo Conte 2, a favore del provvedimento che oggi sembra essere l’origine di tutti i mali del bilancio dello Stato”.