Superbonus, cosa succede con il 110%, con la ricostruzione nelle zone sismiche e con lo sblocco dei crediti incagliati? Il senatore Guido Liris, capogruppo FdI in Commissione Bilancio del Senato, ne ha parlato ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Superbonus, cosa succede?
Liris ha spiegato che il Superbonus 110%, per come era stato concepito, non era più sostenibile:
“Il tema come è stato concepito è senz’altro positivo, ha portato posti di lavoro e indotto. Aumento del Pil, aumento dell’occupazione, tanti fattori positivi. Cosa accade però? Che bisogna calcolare a quale costo dello Stato e dei contribuente. Se abbiamo un dato di 105-110 miliardi è un problema di gestione di equilibri di bilancio. Come è stato possibile che una misura del genere abbia avuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato e della Corte dei Conti senza che sia stato fissato un tetto, un plafond, per non andare in difficoltà in termini di equilibri di bilancio. Questa spesa non aveva un limite, tant’è vero che si è arrivati a 110 miliardi di spesa per lo Stato. Mi entrano meno soldi nella misura in cui metto a disposizione la possibilità tra committente e ditta di trovare un accordo stando su un mercato non mitigato dall’attenzione che dovrebbe avere un committente rispetto a una richiesta. Lo Stato ha recepito di meno, ha avuto meno pagamenti di imposte, di Iva e di altro e minore introito si trasforma in maggiore spesa per lo Stato. Le minori entrate o le maggiori spese sono comunque un costo netto per lo Stato”.
Superbonus per le zone sismiche
Il Superbonus potrebbe però restare per la ricostruzione nelle zone sismiche:
“Il superbonus nelle zone sismiche ha avuto un’altra funzione, quello di completamento della ricostruzione. Se i fondi per la ricostruzione non coprono tutto, c’è la parte superbonus che va a completare la possibilità di ricostruire. Per quanto riguarda le aree sismiche credo che queste eccezioni vadano salvate, io ho già presentato un emendamento per far sì che in quell’ambito si prosegua. Lì c’è l’eccezionalità del territorio, della parte sismica, della ricostruzione delle case. Lì c’è una ricostruzione in assenza della quale ci sarebbe uno spopolamento, c’è una struttura sociale da ricostruire. Ho concordato questa misura con Guido Castelli, che è il commissario alla ricostruzione. Certamente le commissioni faranno la differenza”.
Lo sblocco della cessione dei crediti
Tema delicato quello dello sblocco della cessione dei crediti. Per Liris ci sono 4 strade da percorrere:
“Dovremo costruire nuove misure, nuovi bonus controllati a livello di spesa, ma cosa combiniamo con i 15-20 miliardi bloccati nei cassetti fiscali? Le banche non sono responsabili di danni e truffe operate in passaggi di cessione di crediti fatte precedentemente. Le banche potranno continuare a ricomprare ulteriori crediti. Ma una delle possibilità che si sta studiando è di imputare la spesa in annualità precedente, significa non imputare nell’annualità in corso le minori entrate che poi si ridurrebbero ad un’incapacità di gestire il bilancio attuale. Per il rimanente ci può essere la compensazione con gli F24, Eurostat sulle annualità 2021-22 ci sono delle possibilità. Oppure con la cartolarizzazione, o con Cassa Depositi e Presiti. Io credo che oggi si individuerà la strada per risolvere la situazione”.