Alcune centinaia di migliaia di studenti fra qualche mese completeranno il loro corso di studi superiori e avranno davanti due opzioni: continuare la loro formazione o cercare un lavoro. Se sceglieranno la prima soluzione, dovranno decidere che tipo di studi intraprendere: a quale facoltà ed università indirizzarsi. Enrico Ferri, professore ordinario di Filosofia del Diritto all’Unicusano, con una lettera aperta a Giulia, studentessa all’ultimo anno del Liceo Tulliano di Arpino, dove lui stesso ha studiato e conseguito la maturità classica, offre qualche utile indicazione per orientare le scelte di Giulia e dei suoi coetanei.

Il prof. Enrico Ferri, con il prof. Pietro Oliva (Unicusano), farà una conferenza di orientamento per gli studenti dell’Istituto Superiore Cesare Baronio di Sora e del Liceo Marco Tullio Cicerone di Arpino, venerdì 24 e sabato 25 febbraio.

Il Prof. Enrico Ferri, docente Unicusano

Orientamento universitario, lettera aperta a Giulia del liceo Tulliano di Arpino

Cara Giulia,

scrivo a te una lettera, che è allo stesso tempo rivolta a tutte le tue compagne e compagni dell’ultima classe del Liceo Tulliano di Arpino. L’argomento che voglio affrontare riguarda le scelte di studio e di vita che i ragazzi nella tua condizione saranno chiamati a fare nei prossimi mesi. Tutti voi siete i destinatari di queste mie riflessioni, un contributo per riflettere e scegliere in modo corretto il percorso da seguire.

Mi rivolgo in prima istanza a te, una giovane ragazza, non per una vetusta forma di cortesia verso il tuo sesso ma perché, nella mia lunga esperienza di insegnante in diverse università italiane e straniere, ho preso atto che le ragazze sono ormai da anni le più numerose, presenti e motivate; esse hanno ribaltato alla prova dei fatti i vecchi luoghi comuni che volevano le donne incerte, volubili (“uterine”), poco determinate. La presenza delle ragazze nelle università è in costante crescita, al pari della loro voglia di conseguire risultati apprezzabili e prendere nella società il ruolo che spetta loro.

Nelle prossime settimane dovrai fare delle scelte che condizioneranno, in un modo o nell’altro, il resto della tua vita. Spero che tu abbia preso atto con la dovuta attenzione dell’importanza del percorso, quale esso sarà, che intraprenderai dopo la maturità. La strada che sceglierai avrà delle conseguenze immediate nei prossimi anni, ma non è esagerato dire che avrà ripercussioni importanti per tutta la tua esistenza a venire.

Dovrai innanzitutto decidere fra due opzioni: continuare gli studi iscrivendosi all’università, oppure cercare un lavoro, un’occupazione. A spingere verso questa seconda strada possono esserci motivazioni reali e serie. Ad esempio oggettive difficoltà di ordine economico per continuare gli studi o la necessità di dare un contributo al proprio nucleo familiare. Le situazioni possono essere le più diverse, legate a specifiche vicende personali e/o familiari: spetta ai diretti interessati valutare e scegliere. Vorrei, però, fare qualche considerazione al riguardo. Innanzitutto vorrei metterti/vi in guardia dalla prospettiva dei guadagni facili e di una vita di soddisfazioni e benessere che, da soli, un impiego e un’attività lavorativa potrebbero dare.

Alcuni mesi fa mi trovavo ad Arpino, con alcuni amici, sull’Acropoli, nelle vicinanze della torre medioevale. Ho avuto un breve scambio di opinioni con un ragazzo che si trovava lì, per regolare l’accesso alla torre. Aveva la vostra età ed era indeciso sulle scelte da fare. Mi ha parlato di un suo amico e coetaneo, che era andato a Londra per fare il cameriere, che ora aveva una bella auto e una ragazza inglese: me ne parlava ammirato, come di qualcuno che, come si dice a Roma, avesse “svoltato”. Probabilmente il suo amico non gli aveva mandato una foto né della stanza in cui abitava, né della periferia di Londra in cui era ubicata, né gli avrà detto quanto costa un biglietto della metro o l’affitto di un appartamento di 45 metri, condiviso con altri. Né gli avrà parlato dei ritmi di lavoro, delle sue difficoltà ad ambientarsi, del tempo necessario ogni giorno per andare e tornare dal lavoro, tanto meno gli avrà detto che la media mensile dei giorni di pioggia a Londra oscilla fra gli 11 e i 15 giorni. Neppure gli avrà parlato del mutuo pluriennale acceso per comprare la sua automobile di seconda mano.

Il ragazzo con cui ho parlato, a sua volta, probabilmente non avrà rivolto al suo amico domande su questi aspetti, né su altri ben più importanti. Domande del tipo: “Quali sono le tue prospettive di vita e di lavoro, fare il cameriere a Londra nei prossimi vent’anni?”. Oppure:” Se io seguirò un corso di studi universitario, fra cinque anni avrò un diploma di laurea che attesterà la mia preparazione in un ambito specifico, come la giurisprudenza, l’ingegneria, la medicina, ecc.; tu fra cinque anni cosa avrai: una macchina e una ragazza più belle? La mia prospettiva è di entrare nel mondo del lavoro con una preparazione di tipo superiore, tu che progetti hai?”.

Investire in formazione, in studio, in cultura, sia ben chiaro, non significa solo mettersi nelle condizioni di avere di più, ma anche e innanzitutto in quella di essere più completi: vivere meglio, con una migliore formazione e prospettive più ampie, con delle basi più solide per un futuro di lavoro e di vita. La formazione, la cultura, la preparazione professionale non sono come oggetti che ci mettiamo in tasca, ma sono un patrimonio che ci mettiamo dentro, che entra a far parte di noi e che nessuno ci potrà togliere. Una risorsa che ci permetterà di capire meglio noi stessi e il mondo, di vivere con più coscienza, di interagire in modo più appropriato con la realtà a noi esterna, di accrescere le nostre potenzialità e di raggiungere risultati migliori.

Scegliere l’università e la facoltà giusta

Se deciderai di continuare gli studi, ti troverai davanti almeno due opzioni: che tipo di facoltà scegliere e che genere di università frequentare.

La scelta della facoltà per un verso è finalizzata a trovare un impiego conforme alle proprie aspettative, per un altro non può prescindere dalle nostre attitudini, come pure, almeno in parte, dal tipo di preparazione, di background, con cui ci apprestiamo a fare una tale scelta.

In altri termini, dobbiamo scegliere un tipo di studi che, almeno in parte, ci piaccia, verso il quale siamo portati. Sarebbe difficile studiare per anni materie che ci sono del tutto indifferenti, sarebbe frustrante fare per tutta la vita un lavoro che non ci piace, solo perché ci permette di sbarcare il lunario. Nella vita, niente di buono e di bello si fa senza passione. Se c’è coinvolgimento e soddisfazione tutto diventa più facile, la fatica non si sente o si sopporta meglio, la strada da fare si percorre con più slancio, più in fretta. Poi ci sono altri elementi da considerare: raggiungere un obiettivo come un diploma di laurea non è un fine in se stesso. In altri termini, il patrimonio di conoscenze e competenze che si ottengono con un corso di laurea si dovranno poi spendere nel mercato del lavoro. Tanto migliore sarà la preparazione acquisita, tanto più semplice sarà ottenere nel corso degli anni un riconoscimento dei propri meriti. Non è importante ottenere un “pezzo di carta”, un diploma di laurea: è importante studiare bene, non solo per strappare una sufficienza. Chi di noi si farebbe curare da un medico che si è laureato con 66/110?

Devi tener presente che lo studio e la vita sono fatti anche di compromessi. Non si può, ad esempio, scegliere un certo tipo di studi e poi pensare di trovare un impiego nel proprio paesello o nella provincia di appartenenza. Bisogna progettare anche al “dopo laurea” e valutare cosa si è disposti a fare.

Oggi tu e la tua generazione, a differenza della mia generazione e di quella dei vostri genitori, avete anche un’importante alternativa nelle vostre scelte: iscrivervi ad un’università tradizionale o ad un’università telematica.

Quali sono le differenze sostanziali? Un’università tradizionale si può seguire in due modi: trasferendosi nella città sede dell’ateneo e cercando di frequentare le lezioni delle varie materie del corso. Oppure restando nella propria sede, comprando i libri dell’esame di turno e poi studiarli per proprio conto. In tal caso, frequentare l’Università significa studiare una serie di materie nella propria stanzetta e poi recarsi nell’ateneo per sostenere gli esami. Io mi iscrissi alla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza, ma pur vivendo a Roma frequentai meno della metà delle materie del corso. Questa è una prassi diffusa, fatte salve le poche facoltà che richiedono la frequenza obbligatoria.

Da quasi vent’anni in Italia gli studenti che vogliono iscriversi ad un corso universitario hanno anche la possibilità di frequentare un Ateneo telematico. Un nuovo e rivoluzionario modo di studiare, che parte da un’acquisizione elementare: la comunicazione e il dialogo fra docente e studente, seguire un corso e preparare un esame, sono procedure che non richiedono necessariamente la compresenza di docente e studenti in uno stesso luogo e nella stessa ora. Non siamo più all’inizio del 1200, quando l’università è nata in centri come Bologna e Parigi. Oggi ci sono le tecniche e la telematica che permettono un’interazione costante, dinamica e produttiva. Atenei come l’UNICUSANO, dove io insegno da 13 anni, permettono un’interazione quotidiana, cinque giorni su sette fra lo studente, il docente e il tutor della materia che sta studiando. Nelle università tradizionali, la verifica dell’apprendimento dello studente avviene quasi sempre solo in sede d’esame, quando è ormai troppo tardi per intervenire su eventuali carenze. Nel mio Ateneo c’è una verifica costante dei livelli di apprendimento dello studente, lezione per lezione, giorno dopo giorno, materia per materia. Studiare in un ateneo telematico significa poter studiare da qualsiasi luogo ci si trovi, poter seguire il corso negli orari che si preferiscono, dedicando allo studio le ore di cui si dispone nella giornata o nella settimana. Non è necessario trasferirsi nella città sede dell’Università, non è necessario comprare testi o altro materiale didattico, essi sono a disposizione in piattaforma. Allo stesso tempo, ogni giorno il professore è a disposizione degli studenti due ore in teleconferenza e un giorno a settimana anche in sede, così come lo sono i tutor delle varie materie, sempre raggiungibili via email o per telefono. In sintesi, se si vuole studiare, con i tempi, gli orari più adatti ai propri ritmi ed impegni quotidiani si può fare in modo abbastanza agevole. Si può studiare in modo personalizzato e flessibile, ma ovviamente non è possibile prescindere dall’impegno e dalla costanza. Ne riparleremo sabato 25 febbraio, nel tuo, nel mio ex liceo, ad Arpino, con il mio collega ed amico il fisico Pietro Oliva, con i tuoi compagni e, last but non least, con la Preside, la professoressa Paola Materiale che ha avuto la cortesia di ospitarci.

Enrico Ferri, ex studente del Tulliano