Anna Stepanovna Politkovskaja (Anna Mazepa), nata a New York il 30 agosto 1958, è stata una giornalista russa con cittadinanza statunitense.
Anna Politkovskaja causa morte
Il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja fu uccisa in un agguato a Mosca. Stava rientrando a casa. L’hanno freddata con 4 colpi di pistola (una Makarov arma di standard militare) mentre aspettava l’ascensore. 4 colpi di cui l’ultimo, quello di sicurezza, esploso dal killer quando lei, probabilmente, era ancora viva.
Cosa scriveva?
Il 5 ottobre 2006 la Politkovskaya aveva rilasciato un’intervista a Radio Svodoba durante la quale affermava senza indugi che Kadyrov (noto alle cronaca come il “macellaio” di Grozny e che oggi è disponibile a mandare in guerra i suoi tre figli minorenni) era un “codardo armato fino ai denti”, “lo Stalin dei nostri giorni”. L’ultimo articolo sul quale stava lavorando, secondo le cronache, voleva documentare la tortura e l’uccisione di due persone da parte di un corpo delle forze dell’ordine (Kadiroti) comandato dallo stesso Kadyrov.
Chi l’ha uccisa?
Dopo un primo processo nel 2009 che vedeva due imputati distanti dai fatti, il 9 giugno del 2014 si è concluso il processo condannando i cinque sicari ceceni che sono stati giudicati colpevoli dell’esecuzione “materiale” dell’omicidio della giornalista. Questo senza poter identificare in alcun modo i mandanti. Secondo quanto emerso in seguito i cinque uomini, due dei quali condannati all’ergastolo, erano killer a pagamento che in cambio di 150mila dollari misero a tacere una giornalista scomoda. Chi avesse pagato quella somma rimase un mistero e lo rimane tutt’oggi.
Su ricorso della madre, della sorella e dei figli della giornalista, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha depositato il 17 luglio 2018 una sentenza di condanna di Mosca, per non aver condotto un’inchiesta efficace per determinare chi abbia commissionato l’omicidio.