In corso le operazioni di sbarco al porto di Civitavecchia della nave Life Support di Emergency: a bordo 156 migranti, tra di loro ci sono due donne, tre bambini tra i 7 e i 10 anni e 28 minori non accompagnati. Successivamente, come da prassi, si procederà all’identificazione e alla separazione dei naufraghi, che saranno poi indirizzati in altri centri di accoglienza.
“Le loro condizioni di salute sono buone. Il team di medici a bordo ha prestato le cure sanitarie a chi ne aveva bisogno. Purtroppo molti di loro hanno raccontato di aver subito abusi quando si trovavano in Libia: molti di loro portano sulla pelle i segni dei pestaggi e dei maltrattamenti“, così Emanuele Nannini, capo missione Sar di Emergency, alla notizia dell’assegnazione del porto romano per lo sbarco.
Prima dell’arrivo della Life Support, l’area costiera del litorale romano ha accolto anche la nave spagnola Aita Mari con 31 migranti a bordo.
Migranti, la nave di Emergency “attaccata” da una motovedetta libica
Di immigrazione ha parlato anche Giorgia Meloni nella rassegna settimanale “Gli Appunti di Giorgia”, mentre a Civitavecchia arriva la nave Life Support di Emergency. Si tratta del primo sbarco assoluto nel porto laziale.
Dopo l’ispezione dei sanitari dell’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, organo controllato dal ministero della Salute), le operazioni di accoglienza sono state coordinate dalla Croce Rossa, alla presenza del sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, e del vescovo Gianrico Ruzza, oltre a una delegazione di studenti che ha esposto sul molo uno striscione con la scritta “Benvenuti”.
Folta anche la rappresentanza politica del Comune di Roma, composta da Amedeo Ciaccheri (presidente dell’VIII Municipio di Roma), Claudio Marotta, Fernando Bonessio, Michela Cicculli e Alessandro Lucarelli: questi ultimi tutti iscritti all’alleanza parlamentare Verdi-Sinistra Italiana.
La nave Life Support è appena arrivata con a bordo un carico di umanità in fuga dagli orrori dei lager libici
Emergency ha anche denunciato di aver ricevuto un’intimidazione da parte di una motovedetta libica la sera del 14 febbraio, giorno del salvataggio.