Morto Michaël Denard. Il ballerino tedesco aveva 78 anni ed è scomparso venerdì 17 febbraio. A dare la notizia sono stati i profili social del Ballet Opera Paris di cui Renard aveva fatto parte scalando tutte le gerarchi diventando danseur étoile nel 1971. Per quanto fosse di base a Parigi, il danzatore si è esibito sui principali palcoscenici mondiali diretto dai migliori coreografi.

Morto Michaël Denard. La carriera

Michaël Denard nacque a Dresda da madre tedesca e padre francese. Si avvicinò alla danza soltanto nell’adolescenza e nel 1963 si unì entrò a far parte del balletto di Tolosa. Dopo aver danzato con l’Opéra national de Lorraine nel 1964, nel 1965 si unì ai Ballets Européens di Lorca Massine e nello stesso anno conobbe Ghislaine Thesmar, che sarebbe poi stata la sua partner sulle scene. Pochi mesi più tardi fu scritturato dal balletto dell’Opéra di Parigi, i cui ranghi furono da lui scalati rapidamente: fu promosso a coryphée nel 1967, a solista nel 1968, a primo ballerino nel 1969 e a danseur étoile nel 1971.

Per quanto la sua carriera sia indissolubilmente legata all’Opéra Garnier, Denard fu di scena in alcuni dei maggiori teatri del mondo. Nel dicembre 1969 danzò alla Deutsche Oper Berlin come Siegfried accanto alla Odette di Lynn Seymour ne Il lago dei cigni di Kenneth MacMillan. Nel 1970 si esibì con Yvette Chauviré in una tournée russa di Mariage d’Aurore; durante il tour conobbe Maurice Béjart, che lo invitò a danzare il ruolo di Romeo nel balletto di Prokof’ev a Bruxelles. Sempre nello stesso anno Béjart coregorafò per lui il ruolo da protagonista ne L’uccello di fuoco, mentre nel 1971 Denard fu guest star nella stagione estiva dell’American Ballet Theatre. Dal 1984 fu anche attore di cinema, televisione ma soprattutto teatro.

Nel corso della sua carriera danzò per i maggiori coreografi moderni, tra cui George Balanchine, Jerome Robbins, Alvin Ailey, John Neumeier, Merce Cunningham, Carolyn Carlson, Lucinda Childs, Antony Tudor, Hans Van Manen, Glen Tetley e Roland Petit. Tra i suoi ruoli più celebri si ricordano Albrecht in Giselle, Apollo nell’Apollon musagète e Siegfried in quattro diversi allestimenti de Il lago dei cigni: quello di MacMillan, di Rudol’f Nureev, di Erik Bruhn e di John Neumeier.

Dopo aver dato l’addio alle scene il 9 dicembre 1989, fu direttore del balletto della Staatsoper Unter den Linden dal 1993 al 1996. Successivamente tornò a danzare per un altro decennio all’Opéra Garnier, questa volta come ballerino caratterista; nel 2009 dette il suo addio definitivo alle scene nel ruolo di Padre Duval ne La signora delle camelie.

Chi è Maurice Béjart?

Fa il suo debutto artistico a 14 anni all’Opéra di Parigi. Nel 1951, crea il suo primo balletto, L’inconnu, a Stoccolma, poi mette a punto L’uccello di fuoco sulla musica di Igor Stravinskij. Nel 1955, crea Symphonie pour un homme seul con la sua compagnia, i Ballets de l’Étoile (musica di Pierre Henry e Pierre Schaeffer), che gli valse gli onori della stampa e del pubblico. Nel 1960, dopo essere stato notato da Maurice Huisman, allora direttore del Théâtre royal de la Monnaie, fonda a Bruxelles il Ballet du XXe siècle, con il quale percorre il mondo intero iniziando alla danza un vasto pubblico di neofiti.

Nel 1987, al termine di un conflitto aperto con il direttore del teatro della La Monnaie/De Munt Gerard Mortier, in piena tournée a Leningrado, Béjart decide di non tornare più in Belgio. Poco tempo dopo, la Philip Morris International, con sede a Losanna, gli propone di stabilirsi in Svizzera. Béjart scioglie il Ballet du XXe siècle e fonda a Losanna una nuova compagnia, il Béjart Ballet Lausanne.

Sia per il “Ballet du XXe siècle” che a Losanna, Béjart accoglie danzatori di alto livello di qualsiasi nazionalità. Desideroso di dare nuovo vigore alla danza maschile, esige dai suoi interpreti una perfetta padronanza della danza accademica e una grande capacità di adattamento alle correnti neoclassiche. Fedele ad un’idea di spettacolo globale, mescola l’universo musicale, lirico, teatrale e coreografico mettendo in evidenza le qualità individuali dei solisti ed esigendo allo stesso tempo il massimo dai movimenti d’insieme.

Le tematiche affrontate dal Béjart sono spesso universali ed egli non esita a mettere in scena i grandi problemi dell’attualità, come l’AIDS o l’ecologia. Nel 1998 viene condannato per plagio: il suo spettacolo Le Presbytère contiene una scena copiata da La chute d’Icare del coreografo belga Frédéric Flamand. Nel 1999 gli viene consegnato il Prix de Kyoto. Béjart ha molti detrattori che lo accusano di essere troppo “classico” e non è mai riuscito veramente ad imporre il suo nome nei paesi anglosassoni. È innegabile però che abbia contribuito enormemente alla nascita della danza contemporanea in Francia e in Belgio, soprattutto grazie alle generazioni di coreografi formatisi alla sua scuola del Mudra.