Le scritte razziste contro Paola Egonu sono apparse a Bergamo diversi giorni fa nel sottopasso di un centro commerciale in via Carducci.

Si tratta di un vero e proprio attacco nei confronti della pallavolista azzurra.

Il contenuto delle scritte apparse sui muri della città rievoca alcuni metodi utilizzati dai nazisti nei campi di concentramento oltre ad alcuni attacchi rivolti anche alla comunità lgbtq+.

Le dichiarazioni del Consigliere Comunale Paganoni sulle scritte razziste contro Paola Egonu a Bergamo

Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, a denunciare questa grave situazione è stato il consigliere comunale Simone Paganoni della lista civica “Patto per Bergamo” che sul proprio profilo Facebook ha commentato così la presenza di queste scritte:

Sono lì da più di un mese, perché le ho fotografate per la prima volta all’inizio di gennaio”.

Il consigliere comunale, postando le immagini in questione ha spiegato di essersi subito rivolto all’ufficio informazioni del supermercato per farle rimuovere:

Ho immediatamente segnalato la cosa alle operatrici dell’ipermercato Conad, rivolgendomi a quella che una volta era la cassa centrale e oggi si chiama ufficio informazioni“.

Tuttavia, a distanza di qualche giorno, Paganoni si è accorto che la situazione non era ancora stata risolta. Ecco le sue parole:

Erano ancora lì, ma ho pensato di lasciare a chi di dovere un po’ di tempo per rimuovere quelle parole vergognose“.

Le frasi razziste mai cancellate, l’indignazione del consigliere comunale

Sebbene, il consigliere abbia voluto aspettare qualche altro giorno in più, a distanza di settimane, quelle scritte non sono mai sparite.

Indignato, Paganoni ha commentato:

Ormai sono trascorsi più di 35 giorni e nulla è cambiato. Una vera vergogna. Nessuno si è degnato di passare una mano di vernice su quelle scritte ignobili“.

Tuttavia, pare che, la causa di questo ritardo sia dovuta solo ad un malinteso, in quanto, la responsabilità del sottopasso in cui sono presenti le frasi razziste non è del supermercato ma della dirigenza dell’intero Centro Commerciale.

In proposito, il consigliere comunale ha affermato:

In ogni caso è molto strano che finora nessuno della direzione se ne sia reso conto. Nei cinque minuti che mi sono serviti per fare le foto ho visto passare almeno quattro persone. Quindi, se è vero che la maggior parte della gente va al supermercato in auto, quel passaggio è comunque molto frequentato. Nel centro commerciale vendono la vernice, quindi hanno sottomano tutti gli strumenti per coprire quelle scritte indegne“.

Infine, Paganoni ha concluso dichiarando ai microfoni di “La Repubblica” di aver pensato di rimuovere personalmente ma di non averlo voluto fare per non violare una proprietà privata:

Ho anche pensato di farlo personalmente, come mi è già capitato in passato in altri punti della città, ma non vorrei ritrovarmi accusato di violazione di proprietà privata. Al danno si aggiungerebbe la beffa”.

Questo episodio vergognoso, accaduto a poche settimane di distanza dalla presenza di Paola Egonu a Sanremo e dalle sue dichiarazioni sul razzismo in Italia, per Paganoni confermerebbe che “quanto dichiarato dalla pallavolista sul palco dell’Ariston durante il Festival di Sanremo è purtroppo assolutamente corretto. L’Italia è tuttora un Paese razzista, almeno a giudicare dai muri di quel sottopasso e anche da alcuni commenti social seguiti alla mia segnalazione. C’è chi ritiene normale non considerare Egonu italiana perché di colore. Dobbiamo lavorare ancora molto in questo senso“.

La replica del direttore del centro commerciale

Sul caso è intervenuto anche il direttore del Centro Commerciale travolto dalle polemiche per le scritte razziste contro Paola Egonu e ha affermato che interverrà personalmente per rimuoverle:

 “Interverrò personalmente e quelle scritte verranno rimosse al più presto. Il nostro staff non passa così spesso in quel punto e io non ne sapevo nulla. Evidentemente la prima segnalazione del consigliere comunale era stata rivolta alla persona sbagliata. Può succedere. L’importante ora è attivarsi, perché la proprietà e la direzione del centro commerciale, come tutte le persone civili, sono assolutamente disgustate dal contenuto di quei graffiti sul muro“.