Moda sostenibile, cos’è? Se ne sente parlare da qualche tempo, anche grazie alle passerelle di Parigi, New York e Altaroma, ma non sempre riusciamo a capire di cosa si tratta. Ne abbiamo parlato a Dresscode, con Gustavo Marco Cipolla, a Radio Cusano Campus, e gli abbiamo riproposto il dubbio. “Sarebbe riduttivo definire il concetto in relazione alla riduzione delle emissioni CO2 e al rispetto dell’ambiente! Da un punto di vista aziendale, la moda sostenibile è legata ad un concetto di economia di scala: penso alle piccole e medie imprese che usano tessuti di scarto, avanzi, e scampoli di tessuto che hanno conservato e che vengono riutilizzati per produrre nuove collezioni – ha spiegato Cipolla – il brand Casa Preti è un esempio, ha sfilato ad Altaroma, ha curato lo styling per La Rappresentante di Lista e presentato la collezione riutilizzando tessuti che appartenevano all’archivio della maison! Si ottiene, così, una sorta di risparmio economico legato all’acquisto di nuovi tessuti”.
Moda sostenibile, cos’è? Una visione ecologica della moda, penso a capi realizzati col sughero e le foglie
Moda sostenibile, cos’è? Quali sono i brand e le altre novità da conoscere? “I prezzi bassi e la moda sostenibile non sono sempre collegati: il fast fashion è una cosa, la moda sostenibile un’altra. Quello che bisogna sottolineare parlando di moda green è che è un trend in aumento negli ultimi anni. L’emergenza pandemica ha portato molti professionisti del settore a doversi reinventare, molti si sono detti vediamo cosa abbiamo in casa e cosa possiamo riusare – ha osservato l’esperto di moda e spettacolo – già celebri aziende del settore avevano riutilizzato filati che venivano prodotti con elementi di scarto, prodotti realizzati con plastiche riciclate, nylon presi dal mare. In passato ci sono stati pionieri che hanno introdotto la rivoluzione green che stiamo raccontando che stanno portando avanti i giovani. Penso a Tiziano Guardini, designer del green, ha realizzato capi di alta moda con sughero, foglie, ha vinto premi con capi senza cuciture che riuscivano a rispettare fattezze che confacevano con le esigenze di mercato della moda sostenibile. E ancora accessori e borse realizzati da Italo Marseglia con scarti ittici. Anziché prendere un povero pitone e realizzare una borsa, Marseglia, ha usato scarti di salmone, portando avanti così questa visione ecologica della moda. La lavorazione più complessa dei materiali eleva il prezzo: così l’ambiente è diventato un punto per il settore. Sono capi che non hanno niente da invidiare alla vecchia guarda, anzi sono più pratici!”