Giornata balene estinzione. La caccia, l’inquinamento ambientale e acustico, il rischio d’impatto con le imbarcazioni sempre più frequente: tutti motivi che spingono i ricercatori a lanciare l’allarme sulla sopravvivenza delle balene. In occasione della giornata mondiale dedicata a questi grandi mammiferi – si celebra la terza domenica di febbraio – la comunità internazionale fa il punto sullo stato di salute della specie, ma il quadro che emerge è ancora preoccupante.
Giornata delle balene 2023, ecco cosa le minaccia
Giornata balene estinzione. Oggi si stima che ci siano meno di 100 mila esemplari in tutto il mondo, ma i fattori che contribuiscono a rendere le balene animali a rischio sono tanti, primo fra tutti il cambiamento climatico. Il processo sta sicuramente spingendo questi animali a nuotare e nutrirsi in zone differenti rispetto al passato, alternandone gli equilibri. Ci sono poi le minacce legate alla pesca intensiva e alla caccia: non solo questi cetacei restano impigliati nelle reti, ma sono anche oggetto di caccia da parte di molti paesi. Nonostante in molte zone del mondo sia illegale sin dagli anni ’80, in Groenlandia, Norvegia e Giappone sono ancora catturate e uccise per scopi commerciali. Un’altra minaccia è poi costituita dalle collisioni con le barche e dal fatto che i mari sono sempre più rumorosi.
Il Mediterraneo resta un’area chiave
Il Wwf ha realizzato uno studio in collaborazione con l’Università della California Santa Cruz e la Oregon State University sulle rotte migratorie dei grandi cetacei ed è emerso che il Mediterraneo resta un’area chiave per le balene. Ad esempio la balenottera comune vive in questo habitat, circoscritto nel ‘Santuario Pelagos’, una zona marina protetta di 88mila km quadrati tra Italia, Francia e Principato di Monaco, perché qui trova delle condizioni ideali, dalla temperatura delle acque alla presenza di canyon ricchi di cibo. Anche nel mare nostrum però ci sono delle insidie: basti pensare che vi transita il 30% del traffico marittimo globale.