Roberto Baggio età: il 56 enne ex calciatore coi piedi fatati. L’idolo indiscusso di milioni di sportivi degli anni 90, l’uomo che è stato anche motivo di divisioni tra gli allenatori che lo volevano sempre e comunque e quelli che ne potevano fare a meno. Questi ultimi però si sono sempre dovuti ricredere e inchinare alla fine alla classe immensa del numero 10 per antonomasia.
Dunque andiamo a conoscere meglio il profilo del divin codino che proprio oggi compie gli anni.
Roberto Baggio, età:
Roberto Baggio è nato a Caldogno, in provincia di Vicenza, il 18 Febbraio 1967, ha 56 anni. Oggi nonostante in passato sia diventato un dirigente sportivo vive lontano dal mondo del calcio.
Vita privata
La moglie di Roberto Baggio è Andreina Fabbi, i due si sono conosciuti a Caldogno nel 1982 e da allora è stato amore a prima a vista, tanto che i due oggi stanno ancora insieme. Dalla loro unione sono nati 3 figli. La primogenita, che oggi ha 33 anni, si chiama Valentina. Vive e lavora a Milano, città in cui ha completato i suoi studi.
Il secondo genito si chiama Mattia e vive Altavilla Vicentina, e si occupa della tenuta di famiglia. L’ultimo figlio Leonardo Baggio. Ancora 18 enne, studia all’istituto tecnico e vive coi genitori.
Carriera
Mostra le sue doti calcistiche sin da bambino, e la sua passino per il pallone lo porta a inserirsi nel contesto sportivo del suo paese. Dal 1974 al 1980 gioca proprio nel Caldogno, prima di passare nelle giovanili Lanerossi Vicenza dove si mette subito in luce segnando negli anni 110 gol in 120 presenze.
Per capire di cosa rappresentava Baggio anche ai suoi esordi, soprattutto nella Berretti, basta indicare in mille unità le persone che lo seguivano ogni domenica dentro o fuori casa.
Per il calcio interrompe gli studi, due mesi prima di conseguire il diploma, quando parte per il ritiro con il Vicenza. In maglia biancorossa ottiene una promozione nella serie cadetta da protagonista tanto da richiamare l’attenzione di molte squadre, ma quella che gli mette gli occhi di dosso e si aggiudica il suo cartellino è la Fiorentina, che avrebbe il sacrosanto diritto di esercitare il recesso dal momento in cui il calciatore purtroppo subisce un serio infortunio che lo tiene lontano dai campi di gioco per molto tempo.
La Fiorentina però non si avvale dell’opzione di recesso e gli lascia tutto il tempo per curarsi. (al tempo il crociato anteriore e il menisco potevano rappresentare motivo di addio al calcio, oggi dopo 7/8 mesi di torna a giocare)
Con la maglia Viola, Baggio subisce dopo un anno un altro intervento al menisco del ginocchio destro, e dopo tante disavventura quando torna in campo ha una media incredibile, anche a considerazione della sua giovane età: un gol ogni tre partite.
Contribuisce ad ottenere una serie di successi che portano prima alla salvezza dalla retrocessione e poi nella stagione 1989/90 alla finale di Coppa Uefa persa poi contro la Juventus.
Nel 1990 arriva il “tradimento”, con il passaggio proprio alla Juventus: in quei giorni di maggio le giornate nella città di Firenze sono animate d molte rivolte d arte dei tifosi che non cis tanno al trasferimento del loro idolo.
Nell’estate di quello stesso anno regala agli occhi dei tifosi italiani e a quelli di tutto il mondo sprazzi di immensa classe durane i Mondiali del 1990 che si sono svolti qui in Italia.
GLI ANNI DELLA JUVE ELE VITTORIE CONSEGUITE
A Torino, la media realizzativa del fantasista sale, su 141 partite giocate mette a segno 78 reti: con la vecchia Signora, da capitano nella stagione 1992/93 vince la coppa UEFA e viene insignito del Pallone d’oro, vince uno scudetto e una Coppa Italia, nel 1994/95. L’estate prima è protagonista ai mondiali USA 94 dove porta con i suoi gol la nazionale italiana a disputare la finale poi persa ai rigori contro il Brasile (alla lotteria è decisivo il suo errore oltre che quello di Franco Baresi).
Nell’estate successiva, passa al Milan dove vince uno scudetto sotto la guida di Fabio Capello. La sua carriera poi ha seguito al Bologna, dove si rende protagonista di una anno molto prolifico a livello realizzativo.
Partecipa al mondiale del 1998 in Francia da comprimario, non fa neanche in tempo a dare il suo contributo che l’Italia esce ai quarti eliminata proprio dai padroni di casa nuovamente ai calci di rigore. Dal 1998 al 2000 veste la casacca dell’Inter e infine va al Brescia, sua ultima destinazione che sancisce la fine della sua carriera.
Lascia il calcio giocato con 205 reti che lo posizionano come il settimo realizzatore di sempre del campionato di serie A. In nazionale, invece, i numeri che caratterizzano la sua carriera in Nazionale, dicono: 27 reti in 56 partite.
Quarto tra i realizzatori in maglia azzurra, a pari merito con Alessandro Del Piero. Infine, lo ricordiamo, con nove gol realizzati nei Mondiali, è il miglior marcatore italiano nella competizione iridata (a pari merito con Paolo Rossi e Christian Vieri). Baggio è anche l’unico ad avere segnato in tre diverse edizioni.
Premi e riconoscimenti
Non ha conquistato molti trofei in carriera Roberto Baggio pur essendo stato il più forte calciatore italiano di sempre, in compenso ha ricevuto importanti premi individuali come il FIFA World Player e il Pallone d’oro nel 1993 e l’edizione inaugurale del Golden Foot nel 2003.
Occupa la 16ª posizione (primo italiano) nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer nel 1999, ed è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 più grandi calciatori viventi divulgata nel 2004. Inoltre, è stato introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2011 e nella Walk of Fame dello sport italiano nel 2015.
Roberto Baggio: gli infortuni
A frenare la carriera di Roberto Baggio sono arrivati tanti infortuni. L’ultimo stop capitò al Brescia. Baggio andò incontro alla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e lesione del menisco interno. Nonostante l’età avanzata, Baggio si riprese però in tempi record e, dopo meno di tre mesi, era già in campo.
Prima di Brescia però gli infortuni seri che ha subito da giovane hanno inficiato il rendimento costante del calciatore negli anni. Discontinuo per presenze per via di traumi e dolori Roberto Baggio anche ai tempi della Juventus ha sofferto parecchio.
Molto probabilmente l’essere stato fuori dal campo di gioco più volte hanno poi indotto la dirigenza juventina che era pazza di lui a venderlo e a puntare sull’allora giovane emergente Alessandro Del Piero.
Il film di Netflix: Il Divin Codino
La storia di Roberto Baggio è stata raccontata anche in un docufilm: Il Divin Codino, è stato prodotto da Netflix e disponibile sulla stessa piattaforma di Streming. Il film è andato in onda successivamente anche su Mediaset, su Canale 5, nella serata di martedì 18 ottobre 2022.
Roberto Baggio, chi è e cosa fa oggi
Il 4 agosto 2010 è stato nominato Presidente del Settore tecnico della Federazione. Il 5 luglio 2012 ha conseguito a Coverciano il titolo di allenatore di Prima Categoria UEFA Pro che consente di allenare in serie A. Il 23 gennaio 2013 ha lasciato la carica di presidente del settore tecnico della Federcalcio.
Oggi cura insieme alla moglie e ai figli la tenuta di Altavilla vicentina, nella quale vive. Appassionato di caccia non si fa mancare la vita tra i boschi, le vallate e le pianure venete.
Roberto Baggio curiosità
- In carriera ha ricevuto diversi soprannomi, tra cui Raffaello per il suo stile calcistico e Divin Codino per il suo look.
- Cresciuto in una famiglia cattolica, da adulto si è convertito al buddismo.
- Ha un’azienda agricola in Argentina, dove trascorre spesso diversi mesi.
- Nel 1994, Forbes lo ha incluso nella lista dei 40 sportivi più pagati del mondo: il suo guadagno annuo si aggirava attorno agli 8,6 miliardi di lire.
- Pep Guardiola, suo ex compagno e allenatore star del mondo del calcio, ha detto che Baggio è stato il più forte giocatore con cui ha giocato.
- La storia della sua vita è stata raccontata nel film Netflix Il Divin Codino, dove ad impersonarlo è l’attore Andrea Arcangeli.
Ciao Roberto, ho 7 anni e mi chiamo Oscar e gioco a calcio da 1 anno e vorrei conoscerti, pensi sia possibile….venire a casa tua a giocare a calcio?
Grazie
Oscar Carraro