Suicidio Alice Schembri per abusi sessuali, la Procura di Agrigento ha riaperto il caso: ci sarebbero altri episodi analoghi di violenza e di ricatti. La ragazza, quindicenne all’epoca dei fatti avvenuti a Rupe Atenea nel 2015, sarebbe stata violentata da un gruppo di quattro ragazzi che avrebbero filmato le scene, ricattandola. Il suo fidanzato faceva parte del gruppo: due anni dopo, la ragazza si tolse la vita per la vergogna. Inoltre, sono stati trovati altri filmati di rapporti con altre ragazze, anche loro forse minacciate. In quello che riguarda Alice Schembri, ci sarebbero frasi inequivocabili di non consensualità. “Non voglio, non posso, mi uccido, no ti prego, mi sento male”. Frasi che adesso sono diventate un atto di accusa per i quattro ragazzi indagati, due dei quali minorenni nel 2015. Oltre alla violenza sessuale, alla produzione di materiale pedopornografico e agli altri possibili episodi di violenza, gli investigatori stanno indagando anche per estorsione. Sono tre i filoni d’inchiesta, secondo quanto riferisce il Giornale di Sicilia: uno della Procura di Agrigento, gli altri due aperti dalla Dda di Palermo e dalla Procura dei minori del capoluogo siciliano.

Suicidio Alice Schembri, caso riaperto dalla Procura di Agrigento: ci sarebbero altri episodi di abusi sessuali

L’inchiesta sul suicidio di Alice Schembri è stato riaperta dalla Procura di Agrigento: ci sarebbero almeno altri tre episodi di violenza sessuale. Uno dei due minori all’epoca dei fatti – che sarebbe stato anche il fidanzato della ragazza suicida – avrebbe preso parte ad altri episodi filmando le scene di violenza con delle coetanee. Gli inquirenti sospettano, quindi, che il ragazzo potrebbe aver minacciato altre ragazze adolescenti di condividere i filmati in cambio del loro silenzio e chiedendo del denaro. Il filone di questa indagine è stato trasmesso ai magistrati dei minori di Palermo: il fidanzato di Alice, all’epoca dei fatti, non aveva ancora compiuto la maggiore età. Il resto dell’indagine è affidata ai magistrati di Agrigento e riguarda i componenti del gruppo che all’epoca erano già maggiorenni, oggi arrivati all’età di 27 anni. Queste due inchieste si sommano a quella conclusa recentemente dalla Procura di Palermo, coordinata da Giulia Amodeo e Luisa Bettiol: l’indagine è per violenza sessuale e produzione di materiale pedopornografico. I magistrati avrebbero appurato che Alice Schembri sarebbe stata violentata e filmata almeno quattro volte nel 2015 dal gruppo.

Le ultime parole della ragazza su Facebook

“Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando”. Sono queste le ultime parole che la 17enne Alice Schembri scriveva su Facebook il 19 maggio 2017, prima di togliersi la vita. Ma la denuncia per istigazione al suicidio fu archiviata l’anno successivo. Adesso la Procura di Agrigento ha riaperto l’indagine perché ha trovato il video, indagando i quattro ragazzi che avrebbero agito abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della ragazza per “il consumo di sostanze alcoliche”. I ragazzi non si sono fermati nemmeno di fronte alle frasi inequivocabili di Alice Schembri di espresso rifiuto. “Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai – si legge ancora sul profilo Facebook della ragazza prima che si uccidesse – E allora ho pensato: perché devo sopportare tutti i momenti no, che pur fregandomene, sono abbastanza stressanti, se anche quando tutto va bene e come dico io, il mio pensiero è sempre là? Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio sempre averla vinta, ma questa volta non posso lottare, perché non potrò averla vinta mai, come però non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così”.