Lavori tutta la vita senza curarti troppo dell’aspetto previdenziale o rincorri per metà della carriera lavorativa l’accesso alla pensione anticipata per ritirati dal lavoro prima dei 67 anni di età. Poco importa, non ci sono i cambianti attesi dai lavoratori, anzi le prospettive future sul fronte previdenziale potrebbero, ancora una volta, disilludere le aspettative.

Che il governo italiano non ha centrato i punti della riforma pensioni è un dato di fatto, peccato però, che le scelte previdenziali si ripercuotono su imprese e famiglie.

Partiamo dal presupposto che le regole pensionistiche possono cambiare, non si nasconde, il periodo di correttivi disposti su ammortizzatori e bonus. Insomma, in tanti sono preoccupati, viste le modifiche della pensione donna 2023.

Per questo, si cerca di capire come lasciare il lavoro prima che il governo italiano provveda ad aggiornare le linee strategiche previste per il sistema pensionistico italiano.  

Pensione anticipata 2023: ecco come lasciare il lavoro nel 2023

Le prospettive strategiche previste dal governo non prevedono nulla che agevoli l’uscita anticipata dal lavoro con misure meno rigide rispetto anche alla Fornero.

La verità è, che molti puntano ad accaparrarsi un’indennità previdenziale fino alla pensione, per non rischiare di lavorare fino a 70 anni.

I fortunati che hanno acquisito la cristallizzazione del diritto della pensione, possono sfruttare l’uscita anticipata Quota 100, Quota 102 o le precedenti regole della pensione Opzione donna, nel 2023, 2024, 2024 e successivi periodi, senza problemi. Possiedono, infatti, il vantaggio di restare sul posto di lavoro, sapendo di poter andare in pensione senza dover centrare i requisiti di una nuova misura previdenziale.

Le buone notizie per i lavoratori che non rientrano nella casistica sopra indicata, sono essenzialmente cinque. I numeri ci portano alle vie per la pensione utilizzando strade alternative, quindi aderendo a piani d’indennità statali e aziendali.

L’Anticipo pensionistico Ape sociale accompagna verso la pensione

Di certo, non dispiace anticipare l’uscita a 63 anni con 30 anni di contributi, in alcuni casi, anche 32 e 36 anni di versamenti. L’importo dell’accredito riconosciuto dall’Ente di previdenza sociale arriva fino a 1.500 euro mensili.

Purtroppo, la misura non è accessibile per tutti i lavoratori, ma offre un’opportunità a coloro che rientrano nelle categorie fragili, come disoccupati, caregiver, invalidità e lavoratori gravosi.

Indennità di disoccupazione Naspi

L’indennità di disoccupazione Naspi può essere sfrutta anche come ammortizzatore sociale verso la pensione. Potrebbe, infatti,  in alcuni casi essere utile ricevere un’indennità economica fino alla pensione di vecchiaia.

L’Ente nazionale della previdenza sociale riconosce l’indennità per un periodo centrale di 24 mesi, con un importo variabile sulla media degli stipendi percepiti negli ultimi 4 anni. E, comunque, entro il tetto massimo del 75 per cento della retribuzione percepita.

Perché potrebbe essere utile per la pensione? Se, il lavoratore richiede l’indennità a 65 anni, significa che nel giro di 2 anni, può richiedere la pensione di vecchia a 67 anni di età. Medesimo discorso, se mancano due anni per la pensione anticipata.

Isopensione lo scivolo per la pensione

Esistono delle realtà aziendali che permettono ai lavoratori più “anziani” di accedere a uno scivolo pensionistico, conosciuto come isopensione.

Un’opportunità che permette di ritirarsi dal lavoro anche 7 anni prima del pensionamento. Purtroppo, non tutte le aziende possono attivare queste strategie di prepensionamento. Occorre, infatti, rispettare diversi criteri aziendali, oltre a stipulare un accordo con sindacati e INPS.

Alla base l’indennità di prepensionamento viene pagata dal datore di lavoro che si fa carico dell’erogazione del contributo economico e del perfezionamento del montante contributivo.

Indennità per i commercianti

Anche i commercianti possono ottenere il rilascio di un’indennità fino alla pensione. Infatti, coloro che rottamano la licenza e rientrano nei requisiti previsti dalla normativa vigente, possono richiedere un ammortizzatore sociale a 62 anni (uomini) e 57 anni (donne) fino alla pensione.

Tra i requisiti necessari per il rilascio dell’indennità viene previsto il versamento contributivo nel fondo previdenziale dei commercianti da un periodo almeno quinquennale.

L’importo dell’indennità non supera i 563 euro mensili.

Rendita integrativa temporanea anticipata – RITA

Infine, la Rendita integrativa temporanea anticipata permette agli iscritti nel fondo complementare di ottenere una rendita fino al raggiungimento della pensione. Anche in questo caso, la presenza dei requisiti è uno degli elementi determinanti per il riconoscimento del contributo economico

In ogni caso, parliamo di almeno 20 anni di versamenti maturati al raggiungimento dei 62 anni, se presenta la cessazione dell’attività lavorativa, 57 anni per i disoccupati da almeno due anni o per il perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi.