“Un uomo di 80 anni vigoroso e in piena salute, in grado di svolgere con successo il ruolo di presidente”. Le parole sono di Kevin O’Connor, medico ufficiale della Casa Bianca, e vengono espresse in riferimento a Joe Biden. Il Presidente deli Stati Uniti d’America, infatti, come annunciato, si è sottoposto ad un check up medico completo per scoprire il suo stato di salute. Più che altro per renderlo noto al pubblico, specialmente a quella parte di esso che lo sta pungolano per via dell’età: ci sono pezzi di mondo politico americano che giudicano Biden inadeguato ad una ricandidatura per via dell’età avanzata. Quello attualmente in carica, infatti, è il presidente più anziano nella storia del paese. E, con questo primato sulle spalle, potrebbe candidarsi a rappresentare il Partito Democratico alle elezioni presidenziali del prossimo anno. La visita medica è stata condotta in piena trasparenza, così come la diffusione del suo report. Ecco perché emerge – riporta l’AGI – che gli è estata scoperta e rimossa una “lesione” dal torace e che il presidente continua a soffrire sintomi di riflusso gastroesofageo, un tipo di malattia legata all’infiammazione dell’esofago. Ecco spiegato, ha chiarito O’Connor, perché Biden è costretto continuamente a rischiararsi la voce e a tossire.

L’età di Biden è un problema politico al di là della sua salute

La visita doveva servire a mettere a tacere alcune voci. Ma non sembra essere servita. L’età di Biden non è solamente un’arma di attacco da parte del Partito Repubblicano ma anche un tema di dubbio interno al Partito Democratico. Il quadro clinico, infatti, arriva nel mezzo di un periodo in cui i Democratici si chiedono se un uomo di ottant’anni sia davvero in grado di candidarsi tra due anni a guidare per altri quattro il Paese più potente al mondo e a reggere il ritmo di incontri, viaggi, conferenze, summit, che un ruolo del genere richiede. La questione va risolta prima in casa, dunque. Ma nel frattempo fuori casa, nel Gop, continuano ad arrivare accuse e mosse politiche volte e delegittimare l’autorevolezza e la credibilità del presidente Biden.

Nikki Haley e la guerra agli over della politica americana

Nikky Haley, già governatrice della Carolina del Sud, ha annunciato di voler correre per le presidenziali del 2024. È lei, in attesa di un passo da parte di Ron De Santis, la prima sfidante di Donald Trump. Come prima proposta da fresca candidata presidenziale per i Repubblicani ha detto che ogni politico sopra i 75 anni dovrebbe sottoporsi a un test cognitivo mentale prima di assumere l’incarico di presidente degli Stati Uniti. Un’avanzata diretta sicuramente a Biden ma anche a Donald Trump che di anni ne ha 76. La sensazione è che Haley abbia parlato percependo un idem sentire che accomuna le due parti politiche ma anche quelle non politiche. Anche gli stessi giornalisti al seguito del presidente, in gran parte progressisti, non possono fare a meno di notare i momenti in cui Biden sembra perdere il filo del discorso. Sui social spopolano i video in cui il presidente si volta per dare la mano a qualcuno che, in realtà, non c’è, oppure mentre inciampa lungo la scaletta che lo porta sull’Air Force One, l’aereo presidenziale. Lo stesso Trump, già alle presidenziali del 2020, attaccò duramente l’allora sfidante per la sua età e per la sua poca lucidità. Coniando, tra le altre cose, il nomignolo di Sleepy Joe. Questo scontro potrebbe essere ripristinato dallo stesso Trump qualora dovesse essere lui il candidato repubblicano il prossimo anno. Sullo sfondo Nikki Haley, l’outsider pronta a far fuori tutti i decani della politica americana. Di ambo gli schieramenti.