Claire Oppert a Unicusano, un evento tutto da vedere e soprattutto da vivere. La famosa musicista e psicoterapeuta parigina ha fatto visita all’Università Niccolò Cusano per parlare del suo libro “La Cura Schubert” e soprattutto raccontare la sua esperienza.

Un incontro organizzato e con la partecipazione del preside della Facoltà di Psicologia Alberto Costa, del professore di Filosofia e Diritto Enrico Ferri e dall’editore Franco Esposito Soekardi. A fare da interprete e partecipare attivamente alla presentazione e al dibattito la giornalista e curatrice dell’edizione italiana de “La Cura di SchubertVeronique Viriglio.

Una donna solare, che sorride sempre e, solo guardarla, dà una forza incredibile a chi le sta vicino. Lei è Claire Oppert una donna minuta che sprigiona un’energia incredibile. E’ una musicista e anche psicoterapeuta che grazie al suono del suo violoncello riesce a dare non solo sollievo ma anche e soprattutto gioia.

A dirlo e raccontarlo, non è tanto lei nel suo libro che è venuta a presentare all’Università Niccolò Cusano, ma sono i pazienti e i famigliari degli stessi. Si, i pazienti perché Claire, quando non è impegnata in giro per il mondo a fare concerti con il suo bellissimo violoncello italiano, va a suonare per chi sta meno bene, per i malati terminali, per gli autistici e per gli afflitti da demenza.

Claire Oppert a Unicusano. Il racconto

Una cosa meravigliosa nata per caso e che adesso per lei, per Claire Oppert, è diventata una ragione di vita. “Vedere persone che sono sofferenti, che vivono col dolore, quasi irradiarsi e rasserenarsi davanti al suono della musica del violoncello, riempie il cuore e dà un senso a quello che faccio”, racconta Claire mentre parla della sua esperienza davanti a persone che la ascoltano e la guardano affascinata.

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E’ una situazione nata per caso, col tempo è diventata una terapia a tutti gli effetti. “Con il tempo abbiamo visto dei risultati incredibili – spiega la Oppertcon persone che avevano seri problemi a relazionarsi con gli altri, con la musica del violoncello non solo si sono aperti, ma hanno cominciato a comunicare con la musica stessa”.

La musicista, oltre a parlare e raccontare della sua vita e delle sue esperienze, dedica qualche brano alle persone in sala, con qualcuno che, naturalmente, si è anche visibilmente commosso, e non poteva essere altrimenti davanti alla musica del violoncello della Oppert.

Le esperienze di Claire Oppert

E qui la musicista racconta la storia di un ragazzo autistico che aveva difficoltà a camminare e si metteva le mani sulle orecchie, talmente tante volte che la forma delle stesse non c’era più, facevano parte del viso, senza alcuna rientranza.

Ebbene questo ragazzo, che camminava strusciandosi per terra, col tempo ha preso, a poco a poco, ad alzarsi in piedi e a non mettere più le sue mani sulle orecchie, ma anche e soprattutto a comunicare con la musica.

Si metteva davanti al pianoforte – racconta Claire -, batteva sui tasti ed era il suo modo di cominciare a comunicare. Gli infermieri e gli operatori, ma anche io stessa, sono rimasta sbalordita davanti a questa cosa e ho insistito nella mia terapia, iniziando anche a studiare, fino a quando non ho avuto la certezza e la conferma che c’erano risultati anche e soprattutto dal punto di vista scientifico”.

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