“Tutto il mondo è in guerra! Sono un po’ pessimista. Si va avanti verso il baratro”. Lo ha confidato Papa Francesco nel corso degli incontri con i gesuiti nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, riportati dalla “Civiltà Cattolica”, la rivista della Compagnia di Gesù. “La Siria vive una guerra da 12 anni, e poi lo Yemen, il Myanmar con il dramma dei Rohingya -ha fatto notare Francesco- e anche in America Latina ci sono tensioni e conflitti. E poi questa guerra in Ucraina. Tutto il mondo è in guerra, ricordiamocelo bene. Ma io mi domando: l’umanità avrà il coraggio, la forza o persino l’opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti verso il baratro: Non so: è una domanda che mi faccio. Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ pessimista”.
Guerra, Papa Francesco contro il commercio delle armi
Il Papa è tornato a denunciare -come fa dall’inizio del pontificato- il commercio delle armi. “C’è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. E’ difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione”. “Mi colpiscono in particolare in questi giorni -ha proseguito un Bergoglio sinceramente preoccupato – i racconti delle violenze. Mi colpisce soprattutto la crudeltà. Una crudeltà persino difficile da pensare. Anche le notizie che arrivano dall’Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime”.
Dimissioni
Ma Francesco con i suoi confratelli gesuiti ha affrontato anche il tema delle dimissioni. “E’ vero -ha ribadito Bergoglio- io ho sottoscritto le mie dimissioni due mesi dopo l’elezione e ho consegnato questa lettera al cardinal Bertone. L’ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare”. “Questo però -ha aggiunto- non vuol dire affatto che i papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una moda, una cosa normale. Benedetto ha avuto il coraggio di farlo perché non se la sentiva di andare avanti a causa della salute. Io per il momento non ho questo in agenda. Io credo che il ministero del Papa sia a vita. Non vedo la ragione per cui non debba essere così. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante”.” Se poi -ha concluso- stiamo a sentire il chiacchiericcio, beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi”.
Parlando con i giornalisti sull’aereo di ritorno dal Sud Sudan, Francesco era tornato ad affrontare questi temi ed aveva ripetuto la sua preoccupazione che il mondo in guerra rischi l’autodistruzione. Ed aveva ribadito per l’ennesima volta la disponibilità ad andare a Mosca e a Kiev per provare a gettare le basi di un negoziato che ponga fine alla feroce guerra in Ucraina.
Raffaele Luise per la Rubrica VaticanoMondo