Assistenti presidi, quanto guadagnano? Abbiamo posto la domanda durnte Open Day su Radio Cusano Campus al docente e giornalista Antonio Fundarò. “Sono un insegnante e il vicario del mio dirigente scolastico e ko un’esperienza positiva della mia dirigenza scolastica – sottolinea -. Il dirigente viene fuori da un meccanismo di selezione molto severo, soprattutto in questo periodo, hanno una competenza giuridica diversa rispetto a qualche decennio fa. I collaboratori che sceglie sono pietre miliari in una organizzazione come quella scolastica. da noi queste figure non sono state istituzionalizzate, nella nostra scuola manca una progressione verticale del docente, molti sono incardinati in questa struttura utilizzata dal dirigente scolastico per gestire nel migliore dei modi la scuola. È evidente che in Italia, dove si parla spesso anche a sproposito di scuola, si dimentica quanto sia importante un’istituzione scolastica in grado di garantire un futuro migliore e formare i giovani e la democrazia”
Assistenti presidi quanto guadagnano? Come vengono scelti?
Assistenti presidi, quanto guadagnano? Come vengono scelti? “Il guadagno è esiguo – risponde sempre Fundaò -. È nominato dal dirigente e viene scelto tra i docenti verso i quali ripone maggiore fiducia. Un dirigente scolastico nomina così il primo o il secondo collaboratore. Non esiste un vero e proprio titolo di studio propedeutico, se un istituto è comprensivo il dirigente può scegliere tra i colleghi della primaria. Le attitudini posso variare da conoscenze giuridiche e relazionali, spesso l’assistente si interfaccia con gli alunni – mentre per le funzioni strumentali la scelta avviene con i bandi tra i docenti che hanno particolari caratteristiche. Il tassello principale della scuola deve avere competenze pedagogiche e metodologiche. Senza assistenti, per i presidi sarebbe complicato gestire la quotidianità. Quello che ci si chiede è perché non istituzionalizzare queste figure di mezzo che possono progredire ed essere remunerate per quello che effettivamente fanno e non con una quota di budget individuata dal fondo di istituto, esigua, rispetto all’impegno professionale. Spesso il collaboratore rimane a scuola anche oltre le 18 di sera e quindi fino a tardi”.