Roma incidente del 24 agosto 2022, investì e uccise 20enne in scooter: poliziotto ubriaco condannato a 7 anni. Simone Sperduti perse la vita in un incidente avvenuto su via Prenestina, all’altezza della rampa che immette sul Grande Raccordo Anulare, investito da Andrea Persi, poliziotto già sospeso dal servizio, che guidava l’auto in stato di ubriachezza e di alterazione psicofisica per aver assunto sostanze stupefacenti. Il Gup di Roma ha condannato oggi, 16 febbraio, l’ex agente alla pena di sette anni, in rito abbreviato. L’uomo, che si trova ancora recluso presso il carcere di Regina Coeli, doveva rispondere di omicidio stradale aggravato dalla circostanza dall’alterata situazione psico-fisica. Gli agenti che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente, hanno appurato che Andrea Persi, nel percorrere via Prenestina, svoltò a sinistra non dando la precedenza allo scooter guidato da Simone Sperduti. L’impatto fu inevitabile e il 20enne morì praticamente sul colpo. L’ex agente scrisse anche una lettera alla famiglia nella quale chiedeva scusa, anche se ai funerali del ragazzo – a Centocelle, dove la vittima era cresciuta – i tanti partecipanti invocavano chiarezza e, soprattutto, giustizia.
Roma incidente Simone Sperduti condannato poliziotto: come andarono i fatti
È stato condannato a sette anni Andrea Persi, il poliziotto di 46 anni – già sospeso dal servizio – che il 24 agosto 2022 ha investito e ucciso Simone Sperduti, ragazzo di 20 anni che viaggiava con il suo scooter su via Prenestina, a Roma. Per l’ex agente, la pm Laura Condemi aveva richiesto una pena a otto anni, data l’aggravante di pena nei confronti di Andrea Persi per lo stato psicofisico alterato al momento dell’impatto della sua Opel Meriva con lo scooter. Ad Andrea Persi sono state comminate anche la revoca della patente e una provvisionale di 150.000 euro. Il legale della famiglia della vittima, secondo quanto riporta Il Messaggero, ha parlato di una “sentenza equilibrata”, mentre il difensore di Andrea Persi, Pamela Strippoli, ha ammesso che “nessuna pena e nessun risarcimento potranno restituire un figlio alla famiglia”, annunciando anche un percorso di recupero terapeutico e spirituale per il suo assistito.
Incidente via Prenestina agosto 2022, arriva la condanna
Simone Sperduti, morto nell’incidente di fine agosto dello scorso anno a Roma, era un grande tifoso della squadra giallorossa. Il papà Alessio è vigile del fuoco, il lavoro che Simone sognava di fare. Ai suoi funerali i mezzi dei pompieri furono schierati con le sirene accese su largo Agosto per rendere omaggio alla giovane vita spezzata nello schianto. I genitori ricevettero la notizia della morte del figlio proprio dai colleghi di Alessio Sperduti, intervenuti sul posto al momento dell’incidente. Nei giorni successivi, l’Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus (Afvs) denuncio duramente l’accaduto, soprattutto per lo stato psicofisico alterato dell’ex poliziotto: “Non c’è giustificazione alcuna per chi guida sotto effetto di alcol o droga. Non c’è giustificazione alcuna per chi provoca un incidente stradale sotto effetto di alcol o droga. Non ci sono scuse di alcun tipo. È un gesto scellerato che provoca tragedie. Flavia Di Bonaventura a Roseto degli Abruzzi (morta investita in bici nella stessa serata del ragazzo romano, n.d.r.) e Simone Sperduti a Roma hanno perso la vita nel giro di poche ore l’una dall’altro per mano di chi ha sottovaluto i rischi dell’alcol e delle sostanze. E poi resta solo un grande dolore”. Dopo l’incidente su via Prenestina, Andrea Persi scrisse una lettera che fece consegnare ai genitori Simone Sperduti tramite il giudice che doveva convalidare il suo arresto. Tra le righe, scriveva: “Mi inginocchierei ai piedi per chiedervi perdono. Ho paura, so che voi ne avete più di me. Ho sbagliato, avrei voluto morire io. Vi chiedo perdono. Niente vi ridarà più vostro figlio, ma io farò qualsiasi cosa possa aiutarvi”.