Drammatico episodio a Roma dove uno psichiatra è stato accusato e condannato a 4 anni e mezzo con il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena, per abusi e violenze su una giovanissima paziente. Si tratta dello psichiatra Stefano Maria Cogliati Dezza, noto professionista romano di 72 anni.

Il medico, come riportano le pagine del “Corriere” e della “Repubblica”, è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare di Roma Valeria Tomassini, per ripetuti abusi sessuali su una ragazza di soli 27 anni particolarmente vulnerabile che si era rivolta al professionista per un aiuto.

Secondo le indagini portate avanti dalle forze dell’ordine e secondo il pm che ha seguito il caso, lo specialista avrebbe prima, instaurato “un legame di dipendenza e soggezione” con la vittima abusando “della condizione di inferiorità psichica” della paziente e poi avrebbe guadagnato la sua fiducia facendole perdere peso e alla fine avrebbe sottoposto la ragazza ad abusi ripetuti, in media uno al mese, trasformando le sedute in incontri sessuali estremi.

All’oscuro di quello che accadeva la famiglia della ragazza che l’accompagnava alle sedute con la convinzione di affidarla a uno dei più bravi professionisti del settore. Ma con il passare del tempo i parenti si sono resi conto e hanno capito che non solo non c’era alcun miglioramento, ma che la giovane manifestava ancora maggior disagio. Standole vicino sono riusciti a far si che la ragazza raccontasse tutto. 

Il racconto della giovane ai genitori ha dato infatti avvio alle indagini. Il resoconto di quegli incontri fornito dalla vittima è stato ricco di dettagli, poi verificati dagli investigatori che hanno potuto così fermare gli abusi da parte dello psichiatra.

Le violenze sarebbero state consumate in vari luoghi: nello studio di Prati, in un appartamento e anche in albergo. Durante gli incontri la vittima veniva legata e frustrata e le veniva messo del nastro adesivo sulla bocca per non far sentire le sue urla di dolore. Il medico le avrebbe inoltre, gettato sul corpo della cera calda e sarebbero state impiegate anche pinze, lacci e bende e in certi casi le venivano somministrati addirittura degli antidolorifici.

Un calvario durato quasi un anno, da Dicembre 2019 a Ottobre 2020 fino a quando la giovane ha trovato la forza di denunciarlo.

Roma abusi e violenze su una paziente: le parole dell’avvocato della vittima

Il giudice per l’udienza preliminare ha stabilito oltre la pena di detenzione per 4 anni e 6 mesi anche “l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, la sospensione dell’esercizio della professione medica, nonché dai pubblici uffici per cinque anni”. Infine è stata fissata un provvisionale risarcimento di 40 mila euro alla vittima.

L’avvocato Giuseppe Di Nardo, legale di parte civile che ha assistito la vittima durante il procedimento penale ha dichiarato:

“Dopo aver trovato la forza, con l’aiuto dei propri genitori, la paziente ha denunciato le condotte violente su di lei perpetrate dal proprio psichiatra, il quale a conclusione delle indagini preliminari e dell’iter processuale è stato ritenuto colpevole e condannato. Per la ragazza non è stato facile affrontare questa difficile esperienza che la Procura della Repubblica e il Tribunale di Roma hanno saputo ben gestire con tutte le cautele che questo particolare caso richiedeva. Oggi la ragazza ringrazia la magistratura ed è soddisfatta di aver avuto il coraggio di denunciare questa davvero triste e dolorosa esperienza”.

Ora si attende di sapere se nei prossimi giorni l’imputato deciderà di ricorrere in appello.

Condannato anche un altro medico a Latina

Condanna confermata a 4 anni e 3 mesi in Corte d’Appello anche per il tecnico radiologo Roberto De Vita di 59 anni, ritenuto il presunto responsabile del reato di violenza sessuale su alcune pazienti minori. Per l’uomo l’altro reato ipotizzato era quello di esercizio abusivo della professione.

I giudici hanno così confermato la pena emessa dal gup del Tribunale di Roma Corrado Cappiello in occasione del processo che si era svolto con il rito abbreviato.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini condotte dalla Squadra Mobile, sulla scorta di una denuncia presentata nel Dicembre del 2020, in occasione di una radiografia il tecnico radiologo aveva chiesto ad una paziente di spogliarsi per palpeggiarla e in un secondo momento è emerso che avrebbe anche ripreso alcuni momenti delle visite filmando tutto con un cellulare.

I magistrati romani hanno inoltre, condannato l’imputato al pagamento delle spese di giudizio alle parti civili che si sono costituite, tra cui la Asl di Latina e alcune vittime rappresentate dagli avvocati Maria Antonietta Cestra, Maria Belli, Daniele La Salvia e Gigliola Turrini.