Papa Francesco non ha nessuna intenzione di rinunciare al suo pontificato: è quanto ribadito dallo stesso Bergoglio durante un dialogo privato con i Gesuiti a proposito delle sue possibili dimissioni. Il pontefice si è confidato in occasione del suo recente viaggio apostolico in Africa, tra la Repubblica del Congo e il Sud Sudan: le sue parole sono state rivelate oggi, giovedì 16 febbraio, dal direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro.
È vero che ho scritto le mie dimissioni due mesi dopo l’elezione e ho consegnato questa lettera al cardinale Bertone. Non so dove si trovi questa lettera. L’ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare. Questo però non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una “moda”, una cosa normale.
Il vescovo di Roma ha citato l’esempio di Joseph Ratzinger, ribadendo come Benedetto “ha avuto il coraggio” di rinunciare perché “non se la sentiva di andare avanti a causa della sua salute”. Dal canto suo, Francesco ha messo a tacere le voci dicendo di non avere “in agenda” una scelta analoga.
Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il “chiacchiericcio”, beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi!
Papa Francesco allontana le dimissioni e torna sulla guerra: “Si uccide con una crudeltà che mi sconvolge”
Messe a tacere le voci sulle sue presunte dimissioni, Papa Francesco torna su un tema che lo “sconvolge”, invitando i fedeli ad “aprire gli occhi” e ribadendo ancora una volta che “tutto il mondo è in guerra“: davanti a un simile status quo Bergoglio non potrebbe mai lasciare l’incarico di primo servitore di Dio.
Dal Congo all’Ucraina si uccide con una crudeltà che mi sconvolge. Ma io mi domando: l’umanità avrà il coraggio, la forza o persino l’opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti, avanti verso il baratro. Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ pessimista. Oggi davvero sembra che il problema principale sia la produzione di armi. C’è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. È difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione.
Oltre alla guerra in Ucraina, costantemente sotto il risalto mediatico, il riferimento del Papa è alla Siria, che “vive una guerra da 12 anni”, e poi allo Yemen, al Myanmar con il dramma dei Rohingya e all’America latina, dove ci sono tensioni e conflitti. Il Santo Padre invita i cristiani a “pregare tanto”, perché “le notizie che vengono dalle guerre che ci sono nel mondo ci parlano di una crudeltà persino difficile da pensare”.
Non solo si uccide, ma lo si fa crudelmente. Per me questa è una cosa nuova. Mi dà da pensare. Anche le notizie che arrivano dall’Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime.
Il Papa sul dialogo con le altre religioni: “Nel 2025 un incontro con il patriarca Bartolomeo”
Sul piano del dialogo con le altre religioni, il vescovo di Roma rivela come sia in preparazione un incontro con il patriarca Bartolomeo, in programma per il 2025.
Vogliamo arrivare a un accordo per la data della Pasqua, che in quell’anno coincide e vogliamo celebrare questo Concilio come fratelli.
Francesco ha ricordato come Bartolomeo di Costantinopoli, il capo della Chiesa ortodossa, sia stato il primo Patriarca ecumenico dopo tanti secoli a presenziare all’inaugurazione del suo ministero.