Qualora venisse “colpita da un missile o da una granata”, la centrale nucleare più grande d’Europa potrebbe dare origine ad “un evento peggiore di quello di Chernobyl“: lo assicura il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a colloquio con i giornalisti a proposito della guerra in Ucraina.
Il riferimento del ministro è alla città di Zaporizhzhia, nel centro-sud del Paese, dove si trova la principale centrale nucleare ucraina. Un colosso che dispone di 6 reattori nucleari, con una potenza nominale di oltre 5.700 MW: si tratta di uno degli impianti di produzione di energia più grandi del mondo. La centrale nucleare è stata occupata dalle forze russe lo scorso 4 marzo 2022: ad oggi, quasi un anno dopo, continua ad essere gestita da personale ucraino sotto il controllo russo.
Secondo Tajani, in nome della sicurezza di tutta Europa occorre dunque “creare una zona franca attorno a Zaporizhzhia”.
Sono inaccettabili gli attacchi che la Federazione russa compie contro la popolazione civile. Significa voler colpire un popolo più che la politica o il governo di un paese.
Guerra, Tajani: “La Cina deve convincere la Russia a rispettare il diritto internazionale”
Il capo della Farnesina ha poi sottolineato quanto sia importante che si “arrivi assolutamente a un momento di pace“.
Questo non può significare la resa dell’Ucraina. L’Italia resta ferma nel sostegno a Kiev e continuerà a sostenere l’Ucraina con l’obiettivo di raggiungere la pace. E successivamente dovrà essere protagonista nella ricostruzione dell’Ucraina al termine del conflitto.
Tajani ricorda come l’aiuto della Cina possa rivelarsi indispensabile per scongiurare la crisi ucraina, con la potenza asiatica che svolgerebbe “un ruolo importante” nel convincimento della Federazione russa “a sedersi a un tavolo della pace” e mettere la parola fine alla guerra.
Un’argomentazione che verrà ribadita dal ministro nel suo vertice di questa sera, giovedì 16 febbraio, con il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi in visita a Roma. Durante l’incontro Tajani ha dimostrato la sua intenzione di invitare la Cina a “convincere la Russia a rispettare il diritto internazionale”.