Morto Alberto Radius, la causa della morte è una lunga malattia con cui combatteva da anni. A darne l’annuncio è stata la famiglia con una nota: “È con profondo dolore e tristezza che la famiglia del maestro Alberto Radius condivide la notizia della sua scomparsa. Dopo una lunga malattia, si è spento serenamente, accanto ai suoi affetti più cari. La famiglia del maestro Radius chiede, in questo difficile momento, che sia rispettata la privacy che lo ha sempre contraddistinto”.
Morto Alberto Radius. Le reazioni
Tanti i messaggi di addio sui social network di addetti ai lavori e semplici appassionati della sua musica. Mario Lavezzi de I Camaleonti: “Chitarrista di una straordinaria personalità artistica. Unico nel suo modo di suonare lo strumento. Abbiamo vissuto insieme bellissimi momenti con Battisti, la Numero Uno e Il Volo“. Il chitarrista e compositore Massimo Luca: “Pioniere della chitarra elettrica italiana“. Francesco Magnelli dei C.S.I.: “Rimarrai nei libri di storia per quanto hai lasciato alla musica italiana“. Ricky Portera degli Stadio: “Addio Amico mio… mi mancherai… fai buon viaggio“. Pietruccio Montalbetti, leader dei Dik Dik: “Era un grande musicista e una persona per bene e un amico, sono profondamente addolorato“. Il chitarrista Luca Colombo: “Un innovatore, ispiratore e dotato di una voce chitarristica speciale e riconoscibile“.
Gli inizi
La carriera di Alberto Radius comincia negli anni Cinquanta con i White Booster, una band con cui si esibiva nelle sale da ballo della Capitale. In seguito, fa parte per due anni dell’orchestra di Mario Perrone. Dopo una pausa per prestare il servizio militare inizia a esibirsi nei club di varie città italiane insieme ai due fratelli Gigi e Franco Campanino, con i Campanino, complesso che apre nel 1965 alcune serate dell’Equipe 84.
Le prime canzoni con Quelli
Si trasferisce quindi a Milano, dove suona con gli inglesi Simon & Pennies per passare poco dopo con Quelli, la band che successivamente cambierà nome in PFM, Premiata Forneria Marconi, dove è stato chiamato per sostituire Franco Mussida impegnato a svolgere il servizio di leva. Con questo complesso Radius incide le prime canzoni e sviluppa un suo personale modo di suonare la chitarra.
La nascita dei Formula 3
Radius, con il rientro di Mussida, lascia la formazione e, su suggerimento dell’impresario Franco Mamone, insieme con Tony Cicco e Gabriele Lorenzi fonda il complesso Formula 3. Successivamente, dopo l’incontro con Lucio Battisti, il complesso dei F3 debutta con l’etichetta appena fondata dal cantautore, la Numero Uno, incidendo un brano dello stesso Battisti, Questo folle sentimento, che si piazza al quinto posto della classifica dei dischi singoli più venduti in Italia.
Il primo album Dies irae è del 1970 ed è proprio il suono della chitarra di Radius a costituire la trama dell’album. Pur continuando a lavorare e a riscuotere successi con la band, Radius due anni dopo incide il primo album da solista, Radius, alla registrazione del quale contribuiscono alcuni celebri strumentisti della musica rock italiana degli anni settanta tra cui Demetrio Stratos, Giulio Capiozzo, Patrick Djivas (che poco dopo daranno vita agli Area), Franz Di Cioccio e Giorgio Piazza della Premiata Forneria Marconi, Gianni Dall’Aglio e Vince Tempera.
Il Volo
Nel 1974, dopo lo scioglimento dei Formula 3, Radius – insieme a Mario Lavezzi (ex Camaleonti e Flora Fauna & Cemento), Vince Tempera, Gianni Dall’Aglio (ex Ribelli), Bob Callero e all’altro ex Formula 3 Gabriele Lorenzi – fonda una nuova band, Il Volo, che incide due album e che si caratterizza per certe sonorità mediterranee. Dopo lo scioglimento del complesso Il Volo, nel 1976, Radius incide il suo secondo album solista, Che cosa sei, che segna una svolta musicale nella sua carriera.
La carriera da solita e le collaborazioni
L’anno successivo esce il suo album di maggior successo, Carta straccia, grazie soprattutto a Nel ghetto, intenso brano rock che anni dopo verrà reinterpretato dai Fratelli di Soledad e dai Gene Reparto Corse. In contemporanea comincia un’intensa carriera di session man che lo vede al fianco dei maggiori cantanti italiani, tra cui Lucio Battisti, Mino Di Martino, Marcella Bella, Goran Kuzminac, Pierangelo Bertoli, Cristiano Malgioglio, Franco Battiato e dei vari artisti con cui ha lavorato il cantautore siciliano in quel periodo: Alice, Milva, Sibilla, Giusto Pio e Giuni Russo, di cui a volte è stato anche produttore. Nel 1978 apre lo Studio Radius, in cui inciderà i suoi album successivi.
Ultima apparizione pubblica
Sale sul palco del Teatro Ariston in occasione della terza serata del Festival di Sanremo 2021 durante la quale i partecipanti interpretano la cover di una canzone scelta tra i grandi brani della storia della canzone d’autore, esibendosi come ospite dei Coma Cose insieme ai Mamakass per suonare con la chitarra Il mio canto libero di Lucio Battisti.