“Per Alfredo Cospito fratello e compagno”. Inizia così la lettera di minacce recapitata dalla Fai, Federazione Anarchica Informale, a diverse aziende italiane e alla redazione di un giornale nella giornata di ieri, secondo quanto riportato dall’Adnkronos. Nel testo, simile a quello ricevuto qualche giorno fa dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, gli anarchici minacciano di colpire a morte un manager, definendolo come “il soggetto ideale per la vendetta”. Sul nome – che sarebbe stato fatto per iscritto – gli inquirenti mantengono, al momento, il massimo riserbo.
Caso Alfredo Cospito: cosa è successo finora
Atti di violenza, intimidazioni e manifestazioni: così, nelle ultime settimane, gli anarchici d’Italia hanno tentato di far sentire la propria voce, in svariate città, supportando Alfredo Cospito, il detenuto in sciopero della fame da mesi contro il regime di 41 bis, introdotto a suo tempo nel codice penale per combattere la mafia e a cui lui stesso è stato sottoposto dopo aver scambiato delle lettere dal carcere di Bancali, a Sassari – dove si trovava da sei anni in regime di alta sicurezza per aver gambizzato Roberto Adinolfi e aver piazzato due ordigni fuori da una caserma -, con altri anarchici all’esterno. L’accusa, nei suoi confronti, è di associazione con finalità di terrorismo, accusa che, secondo il Tribunale di Sorveglianza di Roma, lo renderebbe un soggetto pericoloso: da qui la scelta del carcere duro.
L’opinione generale è che, anche dal carcere, Cospito potrebbe continuare ad esercitare il suo “ruolo apicale” nella Fai, come la corrispondenza ha dimostrato. Per questo si era deciso di isolarlo. A confermare la decisione, nelle scorse ore, è stato il ministro della Giustizia Nordio, sul quale si erano concentrate le pressioni del legale dell’uomo, che in sostanza gli aveva chiesto di revocare il regime di 41 bis nei confronti del suo assistito ancor prima che sulla faccenda si esprimesse la Corte di Cassazione, il cui termine per una sentenza è previsto per il 24 febbraio prossimo. L’obiettivo della difesa di Cospito era quella di evitare ripercussioni sulle condizioni di salute del detenuto, in sciopero della fame da mesi e per cui alla fine, pochi giorni fa, si è reso necessario il ricovero nella struttura ospedaliera più vicina al Carcere di Opera, a Milano, dove era stato trasferito, come previsto dal piano Omega. Ma il Guardasigilli italiano, nonostante le pressioni, ha deciso di non fare passi indietro: ecco perché Cospito avrebbe ora deciso di tornare ad assumere gli integratori – accettando anche yogurt con miele e biscotti -, con l’intento di arrivare lucido alla prossima udienza.
Lettera di minacce anarchici: chi prende di mira
Gli anarchici non ci stanno e nella giornata di ieri, 15 febbraio, avrebbero recapitato una lettera di minacce a diverse aziende e alla redazione di un giornale, minacciando di colpire a morte un manager per vendetta. “La Fai, Federazione Anarchica Informale, non dimentica Alfredo e gli altri compagni e per risposta all’attacco alla libertà del movimento anarchico colpirà gli uomini per far morire le strutture”, si legge nel testo. Il manager individuato come obiettivo è “l’anima nera delle operazioni di mercato […], al servizio della guerra che alimenta la morte in Ucraina” e, ancora, “verme della società che orienta e determina le guerre per fare ricchezza ingiusta con qualsiasi mezzo, traditore di ogni ideale per arricchire il sistema”. “Indossa mille maschere ma vende morte e non lo racconta nemmeno ai figli […]”, prosegue la lettera, prima della minaccia: “Verrà colpito a morte davanti alla famiglia”. Su chi sia, per ora, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, nonostante gli anarchici abbiano fatto nome e cognome. Quel che è chiaro è che l’eventuale attacco dovrebbe essere “per la vendetta di Alfredo e di tutti i compagni in carcere”.