Prenderà il via stasera, con un messaggio del premier ucraino Volodymyr Zelensky, la 73esima edizione del Festival del Cinema di Berlino. Dopo aver inviato una lettera al Festival di Sanremo – quella letta da Amadeus prima della chiusura della serata finale – il presidente dell’Ucraina torna protagonista anche in occasione della kermesse tedesca, questa volta per la presentazione di “Superpower”, il documentario di Sean Penn e Aaron Kaufman dedicato al conflitto in corso contro la Russia di Putin.
Festival di Berlino 2023 programma: tutto quello che c’è da sapere
L’apertura con Zelensky in diretta video
In programma fino a domenica 26 febbraio, la 73esima edizione della Berlinale prenderà il via stasera. Dopo un’introduzione sul palco del Theater am Potsdamer Platz del regista e attore Sean Penn, che porta al Festival “Superpower”, il documentario girato in Ucraina, a prendere la parola, in collegamento video, sarà proprio Zelensky. Ad annunciarlo, nelle scorse ore, erano stati i direttori della kermesse, Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian. “È un onore speciale per noi poter accogliere digitalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky giovedì sera all’apertura del nostro Festival”, avevano dichiarato. “La Berlinale con tutti i suoi cineasti e partecipanti esprime solidarietà al popolo dell’Ucraina nella lotta per l’indipendenza e condannano con forza l’aggressione russa”. Non si esclude che la moglie del premier ucraino, Olena Zelenska, possa partecipare in presenza alla prima.
Tutte le categorie e i film in gara
Come ogni anno, nel corso del Festival saranno numerose le pellicole proiettate, sia in concorso che fuori. Tra le categorie troviamo: Competition, Berlinale Special & Berlinale Series, Encounters, Berlinale Shorts, Panorama, Forum & Forum Expanded, Generation, Perspektive Deutsches Kino, Retrospective, Berlinale Classics & Homage e, infine, Berlinale Goes Kiez. A presidere la giuria sarà, per l’edizione 2023, Kristen Stewart; con lei Golshifteh Farahani, Valeska Grisebach, Radu Jude, Francine Maisler, Carla Simón e Johnnie To. A contendersi i premi più celebri – l’Orso d’oro per il miglior film e i vari Orsi d’argento, tra i quali quello per il miglior regista, la miglior interpretazione da protagonista e da non protagonista – saranno ben 18 film, per un totale di 19 produzioni: 15 sono anteprime mondiali. Si tratta di:
- 20.000 Species of Bees di Estibaliz Urresola Solaguren (Spagna);
- The Shadowless Tower di Zhang Lu (Cina);
- Till the End of the Night di Christoph Hochhausler (Germania);
- BlackBerry di Matt Johnson (Canada);
- Disco Boy di Giacomo Abbruzzese (Francia/Italia/Polonia/Belgio);
- The Plough di Philippe Garrel (Francia/Svizzera);
- Ingeborg Bachmann – Journey into the Desert di Margarethe von Trotta (Germania/Svizzera/Austria/Lussemburgo);
- Someday We’ll Tell Each Other Everything di Emily Atef (Germania);
- Limbo di Ivan Sen (Australia);
- Bad Living di Joao Canijo (Portogallo/Francia);
- Manodrome di John Trengove (Regno Unito/Stati Uniti);
- Music di Angela Schanelec (Germania/Francia/Serbia);
- Past Lives di Celine Song (Stati Uniti);
- Afire di Christian Petzold (Germania);
- On the Adamant di Nicolas Philibert (Francia/Giappone);
- The Survival of Kindness di Rolf de Heer (Australia);
- Suzume di Makoto Shinkai (Giappone);
- Totem di Lila Ayles (Messico/Danimarca/Francia).
Tra gli eventi più attesi, la premiazione con l’Orso d’Oro alla carriera di Steven Spielberg. Per l’occasione sarà proiettato il suo ultimo film, The Fabelmans, fresco vincitore dei Golden Globes come miglior film e miglior regia e, secondo molti, prossimo all’Oscar.
Gli italiani alla Berlinale 2023
L’Italia sarà presente al Festival del Cinema di Berlino con Laggiù qualcuno mi ama (su Massimo Troisi) e L’ultima notte di Amore, rispettivamente di Mario Mortone e Andrea Di Stefano, presentati nella sezione Special, e Disco Boy, girato tra Italia, Francia, Belgio e Polonia, di Giacomo Abruzzese, l’unico in Concorso. Tra i documentari, Le mura di Bergamo di Stefano Savona, sulla pandemia nella città lombarda, mentre, tra le serie, figura The Good Mothers di Julian Jarrold ed Elisa Amoruso, che ripercorre il mondo della ‘ndrangheta da un punto di vista al femminile.