C’è gente che non vede l’ora che arrivi carnevale solo per sperare che arrivino presto le Ceneri e quindi il via libera per una luculliana cena a base di aringa! Proprio così: parliamo di un pesce semplice ma molto nutriente che, con qualche accorgimento, può essere degustato tutto l’anno. Ma come si mangia l’aringa, questo piatto della tradizione contadina di cui si dice che persino Leonardo da Vinci fosse un grande appassionato?
Un pesce della tradizione contadina
Era d’uso fra le classi povere segnare l’inizio della quaresima con un pasto a base di aringa: pesce dalle poche pretese economiche perché facile da trovare, gustoso e nutriente. Oggi è stato molto rivalutato diventando a volte anche protagonista di molte cucine stellate. Ci si può chiedere però come si mangia l’aringa perché, nonostante la sua semplicità, questo pesce può essere preparato in molti modi, mantenendo sempre la sua inimitabile sapidità.
La base di partenza: l’aringa
E’ sempre facile reperire la materia prima, ma è sempre consigliabile preferire una gastronomia fidata che ci offra un prodotto di prima qualità. In maggio e giugno la si può trovare anche fresca, mentre nel resto dell’anno l’offerta di sottovuoto è molto ampia. Per abbassare un po’ la sapidità dell’aringa affumicata è consigliabile lasciarla una notte intera a bagno nel latte.
Come si mangia l’aringa? Ecco tre semplici ricette
Come anticipato l’aringa è un piatto semplice, simbolicamente semplice: si mangia per tradizione dopo il carnevale proprio perché simboleggia un periodo nel quale occorre ritrovare la propria umiltà. Per cui la prima ricetta che vi proponiamo è quella dell’insalata di aringa affumicata: pronta in soli trenta minuti e con difficoltà pari a zero.
Questo è un piatto piuttosto comune nel Paesi Bassi, e si prepara mescolando i pezzetti di aringa affumicata a patate, mele verdi e cipolle rosse. Ma possono essere aggiunti tutti gli ortaggi di stagione che si desidera: dall’insalatina ad un buon radicchio. Per legare il tutto si può utilizzare una salsa bernese.
C’è un altro modo per mangiare l’aringa? Certo: accompagnandola con cipollotti in agrodolce. Questo è un antipasto semplice e saporito, che può fare da starter a una cena dai sapori intensi. La preparazione è molto semplice: si mescola l’aringa affumicata tagliata a pezzettini con i cipollotti e si condisce con aceto, olio, sale e un cucchiaio di miele.
Come si mangia l’aringa: ovviamente marinata. Anche questo è un simpatico e veloce antipasto dai sapori decisi: dopo aver bagnato l’aringa col latte per attenuarne la sapidità, la si mette a bagno nell’aceto. Poi si asciuga e si condisce con succo di limone aggiungendo poi cipolla cruda tagliata finemente e ricoprendo infine il tutto con olio. Lasciate riposare per almeno 24 ore. Per marinare l’aringa, in alternativa, si può utilizzare alloro, aglio, prezzemolo, pepe e olio l’oliva. In questo caso può bastare anche una marinatura di tre ore. Le aringhe vanno poi servite sul pane tostato.