Assoluzione di Silvio Berlusconi “perché il fatto non sussiste”: questo l’epilogo del processo Ruby ter, conclusosi dopo una lunga vicenda giudiziaria ricca di dichiarazioni e risalto mediatico. Dopo le parole delle figlie dell’ex Cavaliere, c’era grande attesa per un primo commento da parte del fondatore di Forza Italia. Berlusconi ha affidato ai propri profili social una nota per commentare il suo successo.
Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte.
Le dichiarazioni di Berlusconi al termine del processo Ruby, il capogruppo FI alla Camera: “Fare chiarezza su uso politico della giustizia”
Dopo anni difficili, insomma, Berlusconi può esultare e tirare un sospiro di sollievo nelle sue prime dichiarazioni: il caso Ruby è destinato ad essere solo un ricordo. Il legale dell’ex premier Federico Cecconi conferma come la sua reazione sia stata “naturalmente di sollievo” su una vicenda che lo ha impegnato “anche emotivamente per tanto tempo”. La speranza dell’avvocato è che “adesso possiamo definitivamente chiudere” la vicenda visto che “siamo a tre assoluzioni su tre”.
I tre processi che ruotano intorno al nome di Karima El Marough sono iniziati nel 2010, quando la ragazza marocchina fu fermata dalla Questura di Milano. Da quell’episodio sono scaturiti tre filoni d’inchiesta: il primo ha portato all’assoluzione di Berlusconi nel 2015 dall’accusa di concussione e prostituzione minorile. Il secondo ha visto condannati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti per favoreggiamento della prostituzione. Nel terzo e ultimo la Procura milanese puntava sulla eventuale corruzione dei testimoni dei precedenti processi: accuse rivelatesi a questo punto infondate.
Forza Italia promette ora battaglia e chiede la calendarizzazione della proposta di una commissione parlamentare d’inchiesta “sull’uso politico della giustizia” nel corso degli uffici di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Come riferito dal capogruppo Alessandro Cattaneo, l’intento è quello di fare chiarezza “su 25 anni di lotte giudiziarie che nulla avevano a che vedere con il merito, ma che sono state usate come scontro politico“.