Vertice tra Cina ed Italia in programma per domani. Pechino invia in Europa il suo diplomatico di più alto livello: quel Wang Yi già Ministro degli Esteri fino alla fine del 2022. La presenza a Roma di Wang Yi anticipa la conferenza sulla sicurezza che si terrà a Monaco nel fine settimana evento a cui parteciperanno anche gli Usa tramite la figura della Vicepresidente Kamala Harris e del Segretario di Stato Antiny Blinken che dovrebbe – secondo fonti AGI – intrattenersi in un colloquio con Wang Yi dopo il rinvio di quello di inizio febbraio. Procrastinato per via delle tensioni, innescatesi tra i due paesi, per via del pallone spia cinese individuato ed abbattuto sul cielo statunitense.

Vertice Cina-Italia: domani incontro tra Wang Yi e Tajani

Il titolare della Farnesina e l’allora ministro degli Esteri cinese si erano parlati per telefono già a novembre scorso, pochi giorni dopo l’incontro, a margine del G20 di Bali, tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il presidente cinese Xi Jinping. Torneranno a parlarsi domani Tajani e Wang Yi. Quest’ultimo chiede al nostro Ministro degli Esteri di farsi da ponte per un filo diretto costruttivo con l’Europa e lo fa mettendo sul piatto importanti elementi: aumentare le importazioni di prodotti italiani di alta qualità; accogliere gli investimenti di aziende italiane; aumentare i voli con l’Italia. Il nostro paese auspica la ripresa dei canali di dialogo. Incluso quello in materia di diritti umani.  

Due sembrano essere i terreni più rischiosi e scivolosi che però dovrebbero, secondo fonti AGI, essere affrontati. Il primo concerne la nuova via della Seta, l’iniziativa “Belt and Road” lanciata dal governo cinese nel 2013 su cui l’Italia non è convinta. L’adesione al programma da parte del Belpaese è tutta da verificare. L’altro tema scottante è Taiwan. La distanza tra le parti è siderale con Antonio Tajani che in una lectio magistralis tenuta alla LUISS qualche giorno fa ha detto chiaramente, riferendosi a Taiwan, “Deve rimanere lo status quo”. Una posizione che Pechino non ha commentato ufficialmente, ma che rimane il vero nervo scoperto nei rapporti con gli Stati Uniti (e con l’Occidente), e su cui la Cina, che vuole la “riunificazione” dell’isola alla Repubblica Popolare Cinese, non è disposta a fare concessioni. Si parlerà senz’altro anche della guerra in Ucraina su cui, però, la Cina non sembra ravvedere le posizioni. Pur caldeggiando passi che portino ad un negoziato – al momento lungi dall’essere imminenti – Pechino ha criticato la vendita di armi che Washington ha concesso a Kiev.

Le tensioni con gli Usa

Sullo sfondo, ed a complicare ulteriormente il dialogo tra Italia e Cina, ci sono le tensioni crescenti con gli Usa. Sicuramente per via della guerra in Ucraina ma anche, e soprattutto, per la questione del pallone spia. L’America teme un’operazione di spionaggio da parte della Cina. Tornando all’Ucraina: su Pechino si sono addensati anche i timori dei Paesi membri del G7, che starebbero prendendo in considerazione sanzioni per i gruppi cinesi, iraniani e nord-coreani che si ritiene forniscano aiuto alla Russia nella guerra. Un’ipotesi contro cui la Cina è disposta a mettere in campo “tutte le misure necessarie” per salvaguardare “diritti e interessi” delle proprie aziende. Assume quindi grande importanza l’evento di Monaco. Wang Yi porterà avanti la visione cinese per una sicurezza “comune, globale, cooperativa e sostenibile” ma la missione dell’alto diplomatico cinese appare complicata su più versanti.