Quello delle microplastiche è un tema sempre più d’attualità, dato che recentemente queste sono state individuate per la prima volta anche nelle urine e non soltanto nei pesci e negli invertebrati. Se ne parla molto a proposito di mari e oceani ( ma anche le acque interne ne sono pesantemente contaminate, soprattutto a causa della cattiva gestione dei rifiuti e della scarsa qualità della depurazione fognaria. Ma sappiamo davvero che cosa sono le microplastiche? Sono pericolose? Cerchiamo di capirci di più.

Che cosa sono le microplastiche

Che cosa sono le microplastiche? Si tratta di frammenti piccolissimi di plastica (inferiori a 5 mm), di fatto invisibili, che si sono formati in seguito alla frammentazione di prodotti macro-plastici. Derivano dunque da sacchetti di plastica, piatti di plastica, cannucce, bicchieri e bottiglie di plastica, che, in un arco di tempo molto lungo, vengono ridotti in frammenti dal movimento delle onde, dall’azione dei microbi, dalle alte temperature, dalla forza del vento o dall’effetto dei raggi ultravioletti. Questi minuscoli pezzetti si disperdono e inquinano l’ambiente e rappresentano circa il 68-81% delle microplastiche presenti nell’oceano.

Le microplastiche possono essere primarie o secondarie. Le primarie sono quelle che vengono intenzionalmente prodotte dalla filiera industriale e utilizzate all’interno di prodotti di cosmesi o di pulizia della casa: servono per aumentare l’azione abrasiva dei prodotti come, ad esempio, il detersivo per i piatti o il dentifricio in granuli. Quelle secondarie, invece, si formano durante l’uso di oggetti di plastica o attraverso il loro non-corretto smaltimento. Un esempio? Quando effettuiamo un lavaggio di vestiti sintetici in lavatrice, l’acqua di scarico potrà contenere diverse migliaia di corpuscoli di plastica che verranno poi immessi nell’ambiente.

Sono pericolose?

Le microplastiche sono sempre più presenti nell’ambiente e quindi noi, anche se involontariamente, ne ingeriamo ogni anno grandi quantità, anche perché gli animali dei quali ci nutriamo a loro volta assumono involontariamente. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology, attraverso l’alimentazione ingeriamo all’incirca 50.000 microparticelle di plastica l’anno. Questo dato pare aumentare con il consumo di acqua in bottiglia di plastica, che ne contiene fino a 22 volte di più rispetto a quella del rubinetto!

Al momento non è ancora chiaro quali siano le conseguenze sulla salute umana derivanti dall’ingestione di microplastiche. Sono ancora poche le ricerche della comunità scientifica relative a questo tema e va anche considerato che alcune conseguenze non possono manifestarsi in un arco di tempo “ristretto”, ma soltanto a lungo termine.