Il ministro della Difesa Guido Crosetto, presente a Bruxelles in occasione del vertice Nato, ha affermato che la risposta alla guerra in Ucraina “non è solo militare, ma anche di crescita economica”. Tuttavia, “non esiste crescita se non esiste la pace”. E ha aggiunto:
Bisogna essere in due per cercarle non è sicuramente l’Occidente, né l’Ucraina, che ha deciso di abbandonare la pace in Europa.
Ucraina, Crosetto: “Obbiettivi Nato in conflitto con il quadro Ue”
Nella ministeriale, spiega il ministro, si è discusso delle “problematiche” specifiche dell’Italia a raggiungere l’obiettivo preso nel 2014 di arrivare a spendere il 2% del Pil per la difesa, anche per via dei “limiti” che i parametri Ue pongono alla spesa pubblica. Crosetto ha evidenziato come il quadro Ue di governance economica, che si sta tentando di riformare, possa confliggere con il rispetto degli obiettivi Nato.
Il ministro ha inoltre dichiarato di aver trovato comprensione su questo tema dal collega Boris Pistorius, ministro della Difesa della Germania:
Non siamo qui per fare discussioni e nemmeno a cercare comprensione da nessuno. Nel bilaterale con il collega tedesco c’è stato un’ottima sintonia, anche una visione prospettica comune su cui ci siamo accordati, di cooperare non solo in campo militare e della difesa, ma in quello industriale e tecnologico.
Crosetto al ministro della difesa ucraino: “Un amico”
Guido Crosetto ha definito il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, un “amico”, e ha ribadito ieri, via social, “il convinto sostegno, con gli alleati e partner della Nato e dell’Ue, all’Ucraina, alla sua libertà e diritto all’integrità, indipendenza e difesa del suo popolo”.
Il ministro ha poi incontrato a margine dei lavori della ministeriale Nato il rappresentante permanente turco Zeki Levent Gumrucku, cui ha espresso solidarietà per “l’immane tragedia” subita dal Paese con il sisma che ha colpito la zona meridionale, il collega slovacco Jaroslav Nad e quello svedese Pal Jonson. L’ingresso di Stoccolma nella Nato, per Crosetto, sarà un “valore aggiunto per la nostra difesa collettiva”.