Negli ultimi tempi la battaglia di potere tra FIA e Formula 1 si è fatta aspra, con Mohammed Ben Sulayem che ha calcato troppo le mani facendo innervosire al Circus, che ha anche messo in moto la sua macchina legale in una lettera formale di protesta. Ora la situazione è più tranquilla, anche se il fastidio per i comportamenti di Sulayem non è passato, come dimostra l’uscita di Stefano Domenicali che, parlando della sanzione per lo sforamento del budget cap della Red Bull, si è detto fiducioso senza però mancare di lanciare una frecciata all’emiratino.
A sentire i team, tutti hanno un’opinione diversa sulla penalità alla Red Bull (sette milioni di dollari di multa e riduzione del 10% del tempo di sviluppo, nda). Naturalmente, il dibattito è molto importante per la Federazione, perché io voglio rispettare il ruolo che abbiamo. Noi siamo i detentori dei diritti commerciali, loro sono i regolatori del campionato. Se si parla di sanzioni, tra l’altro, c’è sempre stato un dibattito tra le squadre: è più rilevante una sanzione sportiva o finanziaria? Penso quindi che questo sia un punto su cui credo che ci sarà molta attenzione quest’anno. Il cambio di passo della regolamentazione finanziaria è stato un cambio di passo nella governance di questo sport. E stavo pensando che potremmo avere ancora più problemi da gestire, perché le dimensioni della complessità sono davvero enormi.
Domenicali sul rapporto con Ben Sulayem Domenicali
Quando arriva un nuovo presidente in Federazione, c’è un manifesto che deve rispettare perché questa è stata la sua proposta di fronte ai membri che lo hanno votato. C’è la necessità e il tempo di adattarsi, di avere la squadra giusta, di valutare il giusto ruolo all’interno della FIA per quanto riguarda il ruolo nel campionato di F1. Non è un segreto dire che la chiave del successo del nostro sport è che ognuno faccia il proprio lavoro e si assicuri di farlo nel modo giusto per il bene e per la crescita dello sport. Qualsiasi tipo di personalismo, qualsiasi cosa che non sia utile a questo scopo, non ha alcun bisogno di essere commentata perché, come ho detto, abbiamo tutti l’interesse ad assicurarci che il nostro sport cresca. Noi dobbiamo fare un lavoro migliore come detentori degli spazi commerciali e lo stesso vale per la FIA: ognuno mette la propria credibilità nelle mani dell’altro. Su questo siamo tutti uniti. Se qualcuno non fa il lavoro giusto, sarà un problema. Mohammed è il presidente della FIA. Mi aspetto quindi, come sempre, di essere in contatto con lui per discutere del futuro di questo sport. La lettera che gli è stata mandata era importante per chiarire il ruolo di ciascuno di noi e penso che non ci siano altre cose da commentare