Liliana Segre ricorda Giacomo Matteotti in vista del centenario dell’omicidio del deputato socialista. “E’ per me un dovere e un onore ripresentare il disegno di legge per le celebrazioni del centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti (1924-2024), il deputato socialista rapito e poi barbaramente assassinato il 10 giugno del 1924 dai fascisti. Ricordarlo a cento anni dalla scomparsa è un dovere per la Repubblica e rappresenta per tutti noi un monito a difendere i principi irrinunciabili di democrazia e libertà“.

Lo dichiara la senatrice a vita Liliana Segre, che ricorda come “tale ddl, già presentato dal senatore Riccardo Nencini, e approvato all’unanimità al Senato, restò pendente alla Camera dei Deputati per la conclusione anticipata della scorsa legislatura. Fine del ddl è la commemorazione, con convegni, mostre, borse di studio per le scuole, non solo del grande antifascista, ma anche di uno dei padri della futura Repubblica“.

Matteotti “non fu il primo, non sarà l’ultimo parlamentare, prima di lui Giuseppe Di Vagno, dopo di lui Giovanni Amendola, ad essere ucciso dallo squadrismo per aver difeso la sorte degli ultimi e la libertà senza altri aggettivi, eppure risale proprio alla sua morte la trasformazione definitiva del regime, già illiberale, in autentica dittatura, dopo lunghi mesi di difficoltà in cui il governo Mussolini si era dibattuto”, ricorda Segre. “È indubbio che Giacomo Matteotti – scrive ancora la senatrice a vita rivolta ai senatori – abbia interpretato i sentimenti più alti dell’Italia che non intendeva piegarsi alla dittatura nascente. Ricordarlo a cento anni dalla scomparsa, più che un omaggio alla sua scelta di vita, rappresenta un monito a difendere libertà e democrazia sempre e comunque“.

Liliana Segre Giacomo Matteotti. Un ddl per ricordare il deputato

Il ddl presentato punta a promuovere e valorizzare “la conoscenza e lo studio della opera” del leader socialista “e del suo pensiero in ambito nazionale e internazionale”, come si legge all’art. 1 del testo a Palazzo Madama. Segre sottolinea poi come con l’art. 2 “si intendono sostenere tutte quelle azioni – convegni, iniziative didattiche e formative – tese a promuoverne la figura a partire da luoghi che videro protagonista Matteotti”. Prevista anche “la raccolta, la conservazione, il restauro, la manutenzione e la digitalizzazione dei documenti relativi all’attività di Giacomo Matteotti, nonché la pubblicazione di materiali inediti“.

Si pensa anche ad “apposite borse di studio rivolte a studenti universitari e delle scuole secondarie” da attribuire a ricerche e studi “aventi ad oggetto la vita, il pensiero e l’opera di Giacomo Matteotti, con particolare riferimento alle sue attività in ambito sindacale, come amministratore locale, come studioso e come parlamentare, nonché al periodo storico compreso tra la Prima guerra mondiale e la sua morte”. Attività di ricordo e studio che coinvolgeranno anche Palazzo Chigi. “La Presidenza del Consiglio dei ministri, sentito il Ministero della cultura, provvede, con proprio decreto e mediante l’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili a legislazione vigente, all’istituzione di un bando di selezione di progetti per la realizzazione delle iniziative“.

Sul versante dei finanziamenti “alla Casa Museo sita in Fratta Polesine” luogo di origine del socialista, verrà assegnata una particolare dotazione economica, con contributo straordinario di euro 50.000 per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 “oltre che per la promozione di eventi, per sostenere interventi di manutenzione e restauro necessari alla fruizione pubblica del museo medesimo“. Il testo prevede “un impegno di spesa distribuito nel triennio 2023-2025, pari a 400.000 euro per ciascuno degli anni”.

L’importanza di Giacomo Matteotti per questo Paese era stata già sottolineata dalla Segre durante il suo discorso per l’apertura a Palazzo Madama della seduta per eleggere il presidente del Senato.

Le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, di istituzioni rispettate, di emblemi riconosciuti. In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione Repubblicana, che, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti”.