Nadia Rinaldi è stata ospite di Cusano Italia Tv all’interno di Mattina con noi, il programma condotto da Simone Lijoi e Annamaria Fittipaldi, in un’intervista dove ha raccontato sé stessa e la sua carriera.
Nadia Rinaldi a Cusano Italia Tv, dal teatro al cinema
In apertura d’intervista, si è parlato dello spettacolo Amara, con cui Nadia Rinaldi è stata in scena fino a pochi giorni fa:
Un titolo che già dice tutto, un racconto ambientato nel 1953, con personaggi abbandonati a loro stessi in attesa di un aiuto da parte dello stato per avere un alloggio. Ho amato questo copione perché in qualche modo evocava dei discorsi che si facevano a casa mia: mio padre infatti ha perso la casa nel bombardamento a San Lorenzo. Ho voluto fare questo spettacolo proprio per omaggiare i sacrifici che la mia famiglia ha fatto. Sembra quasi di vedere “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola. In occasione del centenario di Pasolini, in questo racconto vagheggia quella figura intellettuale che poi in futuro, sulla base di questo racconto, avrebbe scritto Ragazzi di vita.
Successivamente l’attrice ha raccontato la sua grande passione, nata in un contesto inaspettato:
La vita è il dono più bello che ti possa essere stato dato, per questo bisogna sempre rispettarla. Se hai delle responsabilità e dei figli da crescere bisogna impegnarsi. Io sono credente, poco praticante, ma penso che ogni posto sia giusto per farlo. Sono cresciuta alle suore orsoline e nonostante quello che tutti credono – ovvero che le suore non siano all’avanguardia – sono loro che mi hanno fatto avvicinare al teatro. Mentre io leggevo le sacre scritture c’erano diverse persone che parlavano tra di loro o facevano baccano, ma io ci tenevo affinché loro dovessero stare con gli occhi su di me. Mi sono accorta che volevo l’attenzione e loro si sono accorti del fatto che quando facevo io le letture le persone erano molto attente.
La grande passione per il teatro
Un intermezzo sul maestro Gigi Proietti ha portato l’intervista su un mood più emotivo:
Gigi è stato il mio maestro, la prima persona che ha creduto in me. Ho provato ad entrare nella sua scuola per due anni, un periodo in cui ho fatto tutti i lavori possibili per cercare di mettere dei soldi da parte. Riuscii ad esibirmi davanti a lui e a seicento persone. Ho pensato ‘se non mi prenderà comunque dovrà ricordarsi di me’. Quel giorno avevo lui di fronte a me, mentre facevo un monologo in cui mi straziavo e ad un certo punto tiravo un sacco dell’immondizia. Ad un certo punto dovevo tirare il sacco e riuscii a prendere lui. Quando mi disse di tirare su da terra tutte quelle sporcizie che avevo lanciato lui fece ‘ma tu da dove sei uscita fuori’ e io lo pregai di prendermi nella sua scuola.
In chiusura, il rapporto con un gigante del nostro cinema:
Christian De Sica è un maestro eccezionale, un grande regista perché ama gli attori. Ci sono registi che pensano solo al loro lavoro, ma lui essendo un attore, ti fa vedere la scena mille volte, chiede il tuo parere, si fa amare dagli attori e dalle maestranze che ci sono sul set. Questa è la bravura di un artista. Lui mi diceva sempre ‘anche quello che ti porta l’acqua va rispettato. Perché se ama veramente questo mestiere un giorno avrà un ruolo importante’. Mi ha insegnato il rispetto e l’amore per questo mestiere.