Il Tribunale per i minorenni di Milano ha deciso di sospendere la potestà genitoriale della madre e del padre della bimba di 16 mesi ricoverata con numerose abrasioni sul corpo dopo essere stata ustionata ripetutamente con un deodorante spray. Secondo la sua versione, la madre, una 27enne probabilmente affetta da problemi psichici, avrebbe agito “per igienizzarla”; l’accusa è invece convinta che l’abbia fatto per provocarne il ricovero e allontanarla dalla casa familiare, a Varese, forse a causa di una forma di depressione post-partum.
Bimba ustionata con spray a Milano: sospesa la potestà genitoriale
Secondo quanto ricostruito finora dalle indagini, sembra che negli ultimi mesi la bimba fosse stata accompagnata in diversi ospedali lombardi: in nessun caso i medici sarebbero riusciti a capire la causa delle abrasioni riportate sul suo corpicino, almeno fino a qualche settimana fa, quando, alla richiesta dell’ennesimo ricovero da parte della madre, in una grande struttura ospedaliera di Milano, i dottori di turno si sarebbero insospettiti, avvertendo le forze dell’ordine. Sono partite così delle indagini, coordinate da Marco Calì, che hanno permesso di accertare le responsabilità materne: i filmati delle videocamere di sorveglianza installate nella stanza d’ospedale avrebbero immortalato la donna, una 27enne, mentre spruzzava del deodorante spray sulla bimba, provoncadole lesioni e ustioni.
Immediatamente fermata, la donna è stata trasferita nel carcere di San Vittore, dove ha spiegato di aver usato il deodorante con l’intento di “igienizzare” il corpo di sua figlia. Secondo l’accusa, la donna avrebbe agito invece per provocarne il ricovero, in modo da allontanarla da lei. Per tutelare la piccola, il Tribunale per i minorenni di Milano ne ha quindi disposto l’allontanamento dai genitori, sospendendo la potestà genitoriale e trasferendola in una comunità protetta, in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini, coordinate dal pm di Milano, Pasquale Addesso. All’origine del gesto della donna ci sarebbe un grave disagio psichico, provocato forse da una forma di depressione post-partum. A chiarire i dubbi rimasti aperti saranno, nei prossimi giorni, la perizia psichiatrica e il colloquio di garanzia.
La 27enne sarà chiamata a rispondere dell’accusa di maltrattamenti aggravati. Ecco perché, secondo il pm, dovrebbe restare in carcere: la donna, secondo lui, sarebbe pericolosa. Una visione con cui non si è detto d’accordo il difensore, l’avvocato Vincenzo Sparaco che, motivando il ricorso al Riesame, ha dichiarato: “Riteniamo che non sussistano le esigenze cautelari e abbiamo proposto una misura meno afflittiva come il collocamento agli arresti domiciliari nella casa di una parente disposta ad accoglierla o in una comunità per poter ricevere cure adeguate alla sua situazione di disagio. Per questo abbiamo già preso contatti con il Centro Psico Sociale del territorio”.
Secondo il Gip, i domiciliari in un contesto familiare, come da istanza, non rappresenterebbero invece una soluzione adatta, visto che le condotte della donna nei confronti della piccola “si sono protratte per più di un anno senza che nessuno dei parenti se ne accorgesse”, così come non si sono accorti “del disagio psicologico in cui ella evidentemente versava e, chiaramente, versa tutt’ora”. Nel mirino degli inquirenti anche la documentazione medica sugli ingressi e le cure della piccola nei vari ospedali.
La donna a gennaio 2024 è stata condannata a 4 anni di reclusione.
Quando si decade dalla potestà genitoriale?
La sospensione – come nel caso dei genitori della bimba milanese – o la revoca della potestà genitoriale può essere legittimata dalla cattiva condotta di uno o entrambi i genitori, in termini di abuso o negligenza, per esempio in caso di violazione o trascuratezza dei doveri genitoriali o abuso dei relativi poteri, con grave pregiudizio del figlio. In presenza di uno o più di questi motivi, il giudice può ordinare l’allontanamento del figlio dalla residenza familiare, oppure l’allontanamento dei genitori o conviventi coinvolti.