Gli recenti europei di ciclismo su pista di Grenchen hanno visto un italiano su tutti brillare: si tratta di Simone Consonni che ha conquistato quattro delle sette medaglie azzurre: oro nella corsa a punti e nell’inseguimento a squadre, secondo gradino del podio nell’Omnium e nella Madison.

Le impressioni sulla trasfera di Grenchen e le aspettative per il futuro

Quella di Grenchen è stata una grande trasferta per la nostra Nazionale, sono molto contento delle quattro medaglie che sono riuscito a conquistare, adesso il mio obiettivo è quello di recuperare le energie in vista dei prossimi appuntamenti. Sarò al via del Trofeo Laigueglia dove punterò a centrare una top10, anche se so che non è una corsa adatta alle mie caratteristiche, e poi alla Tirreno-Adriatico vorrei riuscire ad ottenere una vittoria di tappa

Sulla “svolta” di carriera

Penso sia un processo di crescita, questa condizione l’ho già raggiunta da un paio di anni, da quando sono passato in Cofidis, e ho iniziato a lavorare con un nuovo preparatore: Luca Quinti. Ho lavorato poi per Elia (Viviani, ndr) e quindi non l’ho fatto vedere in prima persona ma in qualità di ultimo uomo. Dallo scorso anno ho avuto più carta bianca, ho fatto la prima parte di stagione dov’ero forte, ma mi mancava l’occhio per il finale di corsa e poi alla Parigi-Chauny mi sono sbloccato centrando la vittoria. E poi serve sempre un po’ di fortuna

“Noi italiani non siamo Evenepoel o Pogacar”

Ci sono dei fuoriclasse come Evenepoel o Pogacar. Hanno delle doti incredibili. Noi italiani abbiamo un’ottima scuola, ma ci manca la squadra italiana questo secondo me è un fattore determinante anche per creare un vivaio per far crescere i ragazzi. Ci sono dei giovani che stanno emergendo, ci manca un super campione da corse a tappe, però non siamo messi male. Quest’anno siamo partiti alla grande, speriamo di continuare così.