La fine della pandemia di Covid potrebbe (mai come in questi casi il condizionale è d’obbligo) essere giunta alla fine. Non che il virus possa sparire completamente, sia chiaro: semplicemente la malattia diventerà endemica, al pari di un’influenza. Le preoccupazioni per il capodanno cinese, il primo dall’inizio del Covid che ha visto decine di milioni di persone spostarsi dentro e fuori il Paese asiatico, è finito ufficialmente lo scorso 5 febbraio e, almeno fino ad oggi, nessuna nuova variante sembra essere spuntata e i numeri della pandemia continuano a scendere anche in Italia dove i parametri che contano di più – i ricoveri e i morti – sono in netto calo. L’ultimo bilancio settimanale sulle vittime ricorda effettivamente quelle di una influenza che, nelle stagioni più dure, può arrivare a contare fino a 8-10mila morti.

La fine della pandemia di Covid è vicina? I pareri degli esperti

Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma in un intervista rilasciata al Sole 24 Ore spiega come “il Covid ormai è endemico. SI vede da tutte le curve, ma anche dai sintomi della malattia che nella stragrande maggioranza dei casi sono molto leggeri, certo anziani e persone con più patologie devono fare attenzione esattamente come devono fare con le normali sindromi influenzali”. “Con Omicron“, continua il professore, ” il virus ha raggiunto la condizione migliore per lui e cioè massima contagiosità per potersi riprodurre, ma senza provocare danni gravi all’ospite e cioè a noi. È molto difficile che arrivi una variante più patogena anche se nella scienza può esserci sempre qualche sorpresa e per questo è cruciale sempre proseguire nella sorveglianza di questo virus che continuerà a infettarci diverse volte anche per anni, ma questo non deve spaventarci”, afferma Ciccozzi che ha appena pubblicato uno studio su Biorvix con altri colleghi riguardo all’ultima variante Kraken che nelle settimane scorse aveva suscitato allarme. Nello studio, appunto, si spiega chiaramente che non c’è nessuna evidenza che “XBB.1.5 possa diventare una reale minaccia globale per la salute“. Opinione condivisa anche da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova che ieri in un post su Facebook ha spiegato che “i dati ufficiali e ufficiosi che arrivano dalla Cina ci dicono che il Covid con la variante Omicron ha contagiato 1 miliardo di persone, uccidendo moltissimi anziani. L’ondata iniziata a novembre si sta concludendo lasciando dietro di sé anticorpi e immunità. Si è verificato lo scenario migliore: tantissimi contagi, purtroppo molti morti, ma nessuna variante più difficile. Con la situazione cinese che non preoccupa più, il Covid non è oggi più un problema emergenziale. È una malattia come tante altre depotenziata dai vaccini e dalla elevatissima circolazione avuta con Omicron. Dopo 3 anni abbiamo vinto la nostra guerra”. Insomma, per Bassetti è l’ora di “mettersi alle spalle il Covid e tutte le sue regole”. Del resto ad avallare le opinioni degli esperti ci sono i report settimanali dell’Iss che confermano un trend molto chiaro per l’Italia dove la pressione sugli ospedali non si registra da diversi mesi, compresi quelli invernali quando si presume che il virus circoli di più e si mescoli a quello dell’influenza. Nello specifico, la settimana che va dal 3 al 9 febbraio ci sono stati 279 decessi per Covid, che diventano 1558 nell’ultimo mese. Se si parte dal presupposto che una stagione influenzale particolarmente feroce può provocare fino a 10mila morti, ecco che i numeri del Covid e dell’influenza cominciano ad allinearsi. Motivo principale sta nel fatto che la stragrande maggioranza degli italiani è vaccinato ed è stato contagiato almeno una volta. Anche il ministro della Salute Orazio Schillaci si dice ottimista: “I dati settimanali che mi hanno trasmesso dall’Istituto superiore di sanità dimostrano ancora una diminuzione dell’incidenza e un minor numero di pazienti ricoverati. Questo finalmente significa che stiamo uscendo definitivamente da questa pandemia che ha fatto soffrire tutti per 3 anni e possiamo guardare almeno da questo punto di vista con grande ottimismo al futuro”.