Grazie a un’efficace lavoro di squadra è stata sgominata una rete dedita al traffico illegale di rifiuti tra Italia e Germania. Eseguiti arresti e perquisizioni in numerose sedi che hanno portato all’emissione di provvedimenti cautelari a cura del giudice per le indagini preliminari di Milano, con l’accusa di traffico illecito di rifiuti, riciclaggio, auto riciclaggio e altri reati.
In totale il giro d’affari ammonterebbe a poco meno di 100 milioni di euro.
L’operazione è condotta da un pool europeo formato dalle Procure di Milano, Monaco di Baviera e Reggio Calabria. A coordinare il tutto sono i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano, con la supervisione dell’Eurojust (l’organo Ue che mette in comunicazione i vari istituti giudiziari nazionali).
Traffico illecito di rifiuti, i soldi venivano poi riciclati nelle società calcistiche
Tutto è partito da una segnalazione arrivata al Gruppo carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica di Milano dall’Ufficio federale di polizia criminale di Monaco di Baviera.
Così, nell’ambito di un’operazione più ampia denominata “Action Day”, è scattato il blitz che ha portato a galla un giro d’affari multimilionario legato al traffico illecito di rifiuti. Tra l’altro, parte dei soldi riciclati veniva reinvestito anche in altre attività, in particolare all’interno di società di calcio dilettantistiche.
A tal proposito il Parlamento Europeo sta discutendo una possibile modifica rispetto alle modalità di smaltimento all’interno dei confini dell’Ue, e all’interno della proposta di legge ci sono anche delle norme dedicate al traffico illegale di rifiuti. Attualmente, circa un terzo degli scarti prodotti dentro il Vecchio Continente viene poi smaltito in Paesi terzi, spesso con sistemi e tecniche non esattamente moderne.
Secondo il report 2021 di Eurojust, l’attività di riciclo di rifiuti è al primo posto tra i primi quattro reati ambientali più diffusi, con danni incomparabili per la salute umana. La stima delle istituzioni sul giro d’affari dell’ecomafia comprende una forbice piuttosto ampia, che si aggira tra i 4 e i 16 miliardi di euro all’anno. La proposta prevede proprio una stretta sull’esportazione di rifiuti nell’area extra-Ue, specialmente per quanto concerne i rifiuti pericolosi e la plastica. Si attende ora il parere della Commissione.