Gender Gap Italia in fondo alla classifica. “For every girl in Europe” recitava un anno fa un post sui social media, una fotografia che ritraeva tre delle persone più potenti d’Europa: il neo eletto presidente del Parlamento, quello della Commissione e della Banca Centrale. In altre parole Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde. “Non passeranno altri due decenni prima che il prossimo Presidente sia una donna” aveva dichiarato nel suo discorso di accettazione Metsola, anche se a ben vedere non è un risultato scontato. La parità di genere è ancora un miraggio in molti paesi, così come in Italia.

Il miraggio della parità di genere, dalla politica alle discipline STEM

L’Italia ha eletto il primo presidente del Consiglio donna della storia, ma solo il 31% dei parlamentari risponde al genere femminile. Una percentuale per la prima volta in calo dopo 20 anni, dovuta probabilmente alle barriere strutturali, culturali e sociali che continuano ad ostacolare le donne nel percorso di candidatura ed elezione. In politica come ai vertici delle grandi aziende. L’Italia è infatti al 14esimo posto nella classifica europea sull’uguaglianza sul luogo di lavoro e solo il 28% delle persone che rivestono il ruolo di manager è donna. Ma la distanza è in tutti i settori della società. Nel business come nel mondo della scienza, siamo il popolo di Margherita Hack e Rita Levi-Montalcini, ma sono donne solo il 15% dei laureati nelle materie scientifico-tecnologiche.

Lo studio Ue: “Senza gender gap il Pil europeo crescerebbe del 10%”

Dati che tentano di descrivere un fenomeno ben più profondo, che però riguarda tutta la collettività. Perché per ogni giovane donna che non lavora o lavora in condizioni peggiori si perde produttività e crescita economica. Il Pil pro-capite dell’Unione europea aumenterebbe del 10% se si puntasse a ridurre il divario di genere. La stima arriva da un recente studio realizzato dall’Eige, Istituto europeo per l’uguaglianza di genere. Per non parlare poi del calo demografico. L’età media delle donne che fanno figli cresce sempre di più, ora è a 31,5 anni.

Il nuovo congedo parentale

Tra le misure previste nella manovra di bilancio, c’è anche quella che concede ai lavoratori dipendenti, in alternativa tra la madre e il padre, un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% del loro stipendio, ma ci si chiede se basti. Nel 2019 l’Istat stimava che il 90% dei giorni a disposizione era stato richiesto dalle donne, molto meno dagli uomini. Gli esperti avvertono che se non si cambia rotta ci vorranno 80 anni per raggiungere la totale parità.