C’è un’edicola all’angolo di piazza Beccaria, accanto alla sede centrale del quotidiano La Nazione, a Firenze. Anzi, c’era un’edicola. Da qualche settimana è chiusa. Per sempre? Per un po’? Chissà?

Avrà lo stesso destino di migliaia di rivendite dei giornali, un tempo attività faticose ma redditizie e oggi in grave crisi? Sono state tra le poche attività che potevano restare aperte anche durante il lockdown, ma le difficoltà per gli edicolanti continuano e le saracinesche abbassate dell’edicola fiorentina ubicata lì, accanto alla sede di un quotidiano, è l’emblematica fotografia di una grave crisi dell’editoria. 

Il vecchio e caro giornalaio prova a trasformarsi in tuttologo

C’è un dato dell’Unioncamere del 2019 che parla di 14.626 edicole in Italia, 3.733 in meno rispetto a dieci anni fa. Dopo tre anni la situazione sembra addirittura peggiorata. Il calo delle vendite di quotidiani ha la maggiore responsabilità nella scomparsa dell’edicola ed è per questo motivo che i cari e vecchi giornalai hanno allargato le loro attività ad altre tipologie di merce per poter restare sul mercato. Accanto al giornale si vendono giocattoli, si ricevono i prodotti dei corrieri da consegnare ai cittadini, si producono certificati comunali. Insomma, si fa un po’ di tutto per fermare la crisi. Il giornalaio, con cui fare quattro chiacchiere e ascoltare qualche pettegolezzo per iniziare con il sorriso la giornata di lavoro, è difficile trovarlo. Non c’è più tempo. Anzi, non c’è più l’edicolante.

Stefano Bisi