Il governo Meloni ha sempre dichiarato quella della Giustizia una delle riforme previste per il quinquennio di Legislatura. Ma per due delle componenti di governo, Lega e Forza Italia, questo obiettivo è di maggiore importanza rispetto a quanto lo sia per Fratelli d’Italia. Almeno dal punto di vista delle tempistiche. Salvini e Berlusconi, rinvigoriti dal risultato delle elezioni regionali che ha visto i rispettivi partiti migliorarsi, vogliono mettere il piede sull’acceleratore. E lo vogliono fare anche perché forti da un assist, una mano tesa che giunge dalla parte opposto dell’emiciclo parlamentare: dal Terzo Polo. I due partiti di maggioranza, assieme alla forza di opposizione, hanno illustrato in conferenza stampa le rispettive proposte depositate alla Camera, che ricalcano la legge di iniziativa popolare promossa nella scorsa legislatura dall’Unione delle Camere penali. Assente all’iniziativa Fratelli d’Italia. Che però non chiude la porta, ma chiede agli alleati di procedere senza fretta.
Separazione delle carriere, la situazione
Lega e Forza Italia vogliono giocare di anticipo. Consapevoli, forse, che i tempi non saranno celerissimi trattandosi di una riforma costituzionale. Obiettivo e timing sono condivisi dal Terzo polo: “Sono convinto che oggi – spiega Enrico Costa di Azione – ci siano le condizioni politiche per procedere ad una riforma così importante”. Anche il partito di Calenda fissa l’obiettivo “entro il 2025”.
Fratelli d’Italia non è contrario nel merito, ma in armonia con quanto annunciato dal Ministro Nordio, preferirebbe – riporta l’AGI – presentare una riforma complessiva del processo penale, come già annunciato dal Guardasigilli Carlo Nordio, all’interno della quale si dovrà inserire anche il tema della separazione delle carriere. Lo spiegava, ieri, anche il presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Ciro Maschio. Una fonte dell’AGI ribadisce che dal governo non vi è alcuna pregiudiziale:
Abbiamo appoggiato il quesito referendario sulla separazione delle carriere e la riforma è nel nostro programma. Ma, appunto, meglio procedere senza fretta e in maniera organica. Del resto, sui tempi il governo sta riflettendo e non ci saranno attriti con gli alleati.
La fretta di Berlusconi e Salvini
Ma Lega e Forza Italia intendono marciare spediti. Tommaso Antonino Calderone (Forza Italia) assicura: “Siamo convinti che la riforma vedrà la luce in questa legislatura perché siamo molto determinati”. Gli fa eco il presidente della commissione Affari costituzionali, Nazario Pagano, che è relatore dei quattro testi in esame: “Quella attuale è una legislatura che si preannuncia ricca di riforme: se vogliamo dare importanza a questo tema è giusto proporlo prima di altri”. Alla Camera sono quattro le proposte presentate e incardinate: una a firma Costa (Azione), l’altra a firma Giachetti (Iv), una di Forza Italia e infine la quarta a firma Lega. L’iter in commissione Affari costituzionali è partito lo scorso 2 febbraio e il presidente Pagano, che è anche relatore, dopo aver illustrato nel merito i testi, ha preannunciato una serie di audizioni. In estrema sintesi, tutte le proposte in esame prevedono due distinti organi di autogoverno della magistratura: uno per la magistratura requirente ed uno per la magistratura giudicante; la modifica della composizione dei membri elettivi dei due Csm rispetto a quello unitario esistente, passando dall’attuale prevalenza numerica della componente togata, corrispondente ai due terzi, alla sua parificazione rispetto a quella laica, di nomina politica; la separazione formale dell’ordine giudiziario nelle due categorie della magistratura giudicante e della magistratura requirente con previsione di distinti concorsi per l’accesso.
Il 5s non ci sta
Dall’opposizione è il M5s a pungolare sia nel merito tecnico che, vista la similitudine di intendi tra centrodestra e Terzo Polo, quello politico. L’AGI riporta la posizione del partito di conte tramite le parole di una fonte anonima:
La separazione delle carriere è l’ennesima falsa urgenza su cui si concentrano il governo, la maggioranza e la stampella Azione-Iv, che in un sol colpo mettono in dubbio l’autorevolezza e l’indipendenza dei giudici e puntano a indebolire i pm.