A Roma la movida si fa sempre più violenta. Quanto meno nel quadrante est, la zona che va da Porta Maggiore a Centocelle. Nel mezzo il Pigneto, ex quartiere popolare, amato da Pasolini e gentrizzato da anni. Qui ogni sera orde di giovani si riuniscono nei locali che affollano le vie attorno e sull’isola Pedonale. Nonostante i controlli delle forze dell’ordine lo spaccio è sempre fiorente e gli episodi di violenza in continua crescita. Ma andiamo per ordine. Prima Danilo Lucente Pipitone, brutalmente aggredito in via dei Sesami, a Centocelle, e morto in ospedale senza risvegliarsi dal coma in cui era precipitato. Poi la donna di 36 anni presa a pugni sulla Prenestina, zona Pigneto: due episodi di estrema violenza avvenuti nel giro di pochi giorni nel territorio del V Municipio, uno dei più vasti di Roma, in cui le tematiche riguardo a sicurezza e ordine pubblico sono state affrontate più volte nel corso delle riunioni dell’Osservatorio territoriale per la sicurezza. Senza risultati incoraggianti, verrebbe da dire. Le criticità da affrontare sono annose e cristallizzate: degrado, episodi di violenza e spaccio hanno fatto precipitare la percezione della sicurezza di chi la zona la vive, ci lavora o semplicemente la frequenta.
Crescono gli episodi di movida violenta a Roma. Nel V Municipio chiesta una nuova riunione dell’Osservatorio territoriale per la sicurezza
Già a novembre il Municipio diretto dal presidente Mauro Caliste aveva provato ad affrontare la situazione disponendo una serie di interventi per quanto di sua competenza: potatura degli alberi e della vegetazione incolta che potrebbero offuscare le luci dei lampioni, rendendo alcune zone in particolare poco illuminate, e anche ostacolare il raggio d’azione delle telecamere di sorveglianza. Poca cosa. E infatti a distanza di qualche mese la questione si ripropone con ancora più forza, complici i recenti episodi di cronaca. Così Caliste è tornato a ribadire la necessità di adottare interventi strutturali e strategie a lungo termine per aumentare la sicurezza nel suo territorio, una richiesta ribadita più volte e da diversi mesi e mai ascoltata. “Al netto dei drammatici episodi che si sono verificati negli ultimi giorni, è da tempo che chiedo al prefetto che venga dedicata alle problematiche tristemente note del V Municipio un’apposita riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza provinciale” ha detto Caliste nella sua intervista rilasciata a Roma Today. “Il territorio è molto vasto, e ogni quartiere ha le sue criticità. Abbiamo lo spaccio al Quarticciolo e a Tor Sapienza, la prostituzione sulla Togliatti, la malamovida e di nuovo lo spaccio al Pigneto. Dal canto nostro affrontiamo i temi nell’osservatorio per la sicurezza, cui vengono invitati cittadini e comitati per raccogliere segnalazioni, e ci siamo mossi con interventi di potatura nella zona dell’isola pedonale del Pigneto e in altre aree per aumentare l’illuminazione. Ma se qualcosa è stato fatto, moltissimo ancora c’è da fare, e servono risorse e programmi”. È chiaro che i militari e carabinieri che già vigilano sulla zona del Pigneto, ad esempio, non bastano a garantire la sicurezza. “Lungi da me incentivare uno stato di polizia”, sostiene il Presidente del Municipio, “ma le problematiche sono evidenti e ormai note a tutti da tempo e bisogna ripristinare un presidio fisso delle forze dell’ordine che sia anche pratico. Gli episodi gravi ci sono stati. Mi rendo conto che le forze dell’ordine fanno quello che possono, abbiamoo chiesto l’installazione di nuove videocamere a largo Preneste, e la dirigente del Comune d Roma per la sicurezza si sta interessando. Abbiamo chiesto anche ad Acea maggiore illuminazione, qualche intervento è stato fatto, ma sono troppi anni che le cose sono state abbandonate. Servono pattuglie dedicate durante la notte nelle zone che è risaputo sono problematiche. Partendo dal Pigneto e passando per Tor Pignattara, Marranella, Centocelle, Villa Gordiani”. Alla luce degli ultimi fatti di Cronaca Caliste assicura che “i controlli verranno certamente potenziati nelle prossime due settimane alla luce di quanto accaduto, ma tra quindici giorni siamo da capo. È fondamentale discutere della questione in un’apposita riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, riunione che io chiedo da mesi. O si fanno interventi strutturali o il problema continua a esistere. Pensiamo alla ragazza aggredita sotto casa al Pigneto: quanto successo è gravissimo, lei ha chiesto aiuto ma chi si è affacciato alle finestre l’ha invitata a fare meno chiasso. D’altro canto è una reazione non così inconsueta: ormai è talmente tanto tempo che le persone che abitano in alcune zone del Pigneto fanno i conti con malamovida e degrado notturno che non si è più in grado di distinguere quando ci si trova davanti a una richista di aiuto”.