Mobilità docenti 2023: ultime novità sul vincolo triennale, arriverà nei prossimi giorni la nuova ordinanza del ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara. L’auspicio per gli insegnanti della scuola, soprattutto per i docenti che hanno preso il ruolo in scuole distanti dalla propria residenza, è quello della rimozione del vincolo dei tre anni imposto dalle ultime ordinanze scolastiche. Ma si tratta di un percorso legislativo di non facile attuazione, soprattutto per i paletti imposti dalla Commissione europea che preferisce la certezza della continuità didattica ai trasferimenti degli insegnanti. Un tentativo, a dire il vero, è stato fatto negli ultimi giorni dalle forze di maggioranza in sede di conversione in legge del decreto “Milleproroghe”, ma i due emendamenti presentati sono stati ritirati in attesa dell’ordinanza ministeriale. Ecco, quindi quali sono le ipotesi in campo e se davvero sia possibile che si verifichi la “mobilità straordinaria” come quella che venne disciplinata negli anni successivi alla riforma della Buona scuola di Matteo Renzi.

Mobilità docenti 2023: ultime novità sul vincolo triennale

Sulla mobilità dei docenti della scuola per il 2023 è fallito il tentativo di Fratelli d’Italia e della Lega di eliminare il vincolo triennale che impone ai docenti di rimanere per tre anni nella sede scolastica dove gli insegnanti sono titolari. Le forze di maggioranza hanno provato a cambiare le regole in sede di conversione in legge del decreto “Milleproroghe” proponendo formule di rimozione del vincolo con i due emendamenti presentati, uno a firma di Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia, e l’altro di Roberto Marti della Lega. Entrambi prevedono una nuova fase della mobilità straordinaria, modellata su quella che fu realizzata successivamente alla riforma della Buona scuola di Matteo Renzi per permettere ai docenti che avevano preso servizio lontani dalla propria regione (soprattutto dalla residenza al Sud per le scuole del Nord Italia) di far rientro in una scuola della propria provincia di provenienza. Sarebbe stato un vero e proprio colpo di spugna che avrebbe bypassato il vincolo dei tre anni di permanenza nella sede scolastica dove il docente ha preso il ruolo. L’emendamento che era rimasto in piedi, quello di Carmela Bucalo, tuttavia è stato accantonato, soprattutto per via dell’indirizzo che ha dato la Commissione europea sulla materia dei trasferimenti dei docenti scolastici. Infatti, Bruxelles è favorevole a mantenere in vigore il vincolo triennale per assicurare che gli studenti e le famiglie possano vedersi garantita la continuità didattica, un valore imprescindibile a livello europeo per il buon andamento scolastico ed educativo degli alunni, soprattutto per quanto attiene al contrasto alla dispersione scolastica.

In arrivo nuova ordinanza del ministero sui trasferimenti della scuola: ecco le ipotesi

Se è vero che gli emendamenti presentati dai partiti di maggioranza per allentare i vincoli della permanenza triennale dei docenti nella scuola di appartenenza sono stati ritirati, è altrettanto verosimile che qualche piccolo allentamento potrebbe verificarsi sui trasferimenti nell’ordinanza che il ministero dell’Istruzione di Giuseppe Valditara si accinge a emanare nei prossimi giorni. Tali allentamenti non consisterebbero nell’aggirare la regola della permanenza triennale, ma in un’interpretazione più autentica della norma stessa. Infatti, il dettato prevede che il vincolo ricada in via esclusiva sugli insegnanti assunti nell’ambito delle modalità di formazione e di selezione contenute nelle nuove entrate del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A rimanerne fuori – se davvero la nuova ordinanza dovesse limitare il vincolo alle assunzioni del Pnrr – sarebbero tutti quei docenti che non rientrano in questo contingente, i quali potrebbero ritenersi liberi di chiedere la mobilità alla propria scuola di titolarità. La risoluzione della problematica dei trasferimenti degli insegnanti è quanto mai urgente: infatti, solo al termine di tutte le procedure di mobilità, si potrà avanzare con le nuove assunzioni dei docenti per l’anno scolastico 2023-2024, prima dell’assegnazione degli incarichi di supplenza sui posti rimasti da assegnare.