È stato raggiunto l’accordo tra Francesca Amadori, nipote del fondatore del gruppo omonimo, e l’azienda di famiglia dopo il licenziamento della stessa avvenuto lo scorso gennaio. La donna, infatti, ricopriva la carica di responsabile della comunicazione e nel gennaio 2022 era stata allontanata dall’allora amministratore delegato del gruppo. Da lì è iniziato il contenzioso che si è chiuso con l’accordo raggiunto lunedì 13 febbraio. La prima udienza nel dicembre 2022 davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Forlì era stata rinviata per verificare la possibilità di trovare un accordo fra le parti prima di arrivare alla sentenza. Accordo che è stato raggiunto ieri. Nel comunicato ufficiale diffuso dagli avvocati difensori di Francesca Amadori Luca Laudato, Domenico Tambasco, Barbara Cortesi, Marco Praino, Andrea Cattaneo e Adele Santelia si legge: “Nella giornata di ieri ha trovato consensuale e positiva conclusione il contenzioso in essere fra Francesca Amadori e l’azienda di famiglia. La reciproca disponibilità ha reso possibile un accordo che consentisse, in primis, la tutela dell’azienda quale patrimonio della famiglia, dei dipendenti e della collettività intera. L’azienda augura a Francesca Amadori di poter fruttuosamente intraprendere un percorso professionale diverso, fondato sui suoi 18 anni di presenza in azienda, nel corso dei quali la stessa, ha dimostrato competenza e professionalità”. L’azienda, che è stata seguita dall’avvocato giuslavorista Marco Giardetti, tramite una nota fa sapere: “L’azienda augura a Francesca Amadori di poter fruttuosamente intraprendere un percorso professionale diverso, fondato sui suoi 18 anni di presenza in azienda, nel corso dei quali la stessa, ha dimostrato competenza e professionalità”.
Raggiunto l’accordo tra la nipote di Francesco Amadori e l’azienda di famiglia
Quando Francesca Amadori, che da 18 anni ricopriva la carica di responsabile della comunicazione nell’azienda di famiglia venne improvvisamente licenziata lo stupore fu enorme. Le motivazioni, dichiarate pubblicamente dall’allora Amministratore Delegato Francesco Berti e riportate dalla stampa stampa, accusavano la donna di assenteismo prolungato dal lavoro. Da li parte la querelle giudiziaria che porterà nello stesso momento anche Patrizia e Loretta Amadori (zie di Francesca Amadori), a citare davanti al Tribunale delle imprese di Bologna i fratelli Denis e Flavio (Padre di Francesca) che gestiscono il Gruppo di Cesena, a causa di una proposta di riassetto societario che avrebbe concentrato il potere in mano agli uomini della famiglia. Lo scorso novembre l’amministratore delegato Francesco Berti che aveva, di fatto, licenziato Francesca Amadori lascia improvvisamente l’azienda, che prima nega la circostanza parlando di “speculazioni che non trovano riscontro”, ma dopo qualche settimana emette un comunicato che sancisce l’effettiva uscita dell’AD dal Gruppo. A dicembre 2022, poi, c’è stata la rima udienza al Tribunale a Forli che oppone Francesca Amadori al padre Flavio Amadori, presidente del Gruppo, e allo zio, Denis, vicepresidente. All’udienza partecipa a sostegno di Francesca Amadori anche la consigliera di parità dell’Emilia Romagna Sonia Alvisi che ha evidenziato, analizzando il bilancio sociale pubblicato del Gruppo Amadori, forti disparità di genere all’interno del gruppo Amadori. Mentre Francesca Amadori chiede 2,3 milioni di euro di risarcimento per i danni subiti,l’azienda replica con una citazione civile nei suoi confronti per 1,5 milioni ritenendo di aver subito un danno d’immagine. L’udienza della causa che si svolge in tribunale a Forlì davanti al giudice del lavoro Luca Mascini viene rinviata per verificare la possibilità di trovare un accordo fra le parti prima di arrivare alla sentenza. Accordo che poi è stato raggiunto da entrambe le parti fuori dal Tribunale con l’azienda che, pur riconoscendo le competenze di Francesca Amadori, sembra voler voltare pagina e affidarsi a professionisti esterni alla famiglia. Non sono stati resi noti i termini economici dell’accordo extragiudiziale.