Per Carlo Calenda, il vero errore è quello degli elettori: il leader di Azione analizza così i risultati delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, che hanno visto una schiacciante vittoria del centrodestra. In un tweet, l’esponente del Terzo polo prova a dare le sue ragioni in particolare al flop di Letizia Moratti, candidata civica per Azione-Italia Viva.

Gli elettori decidono ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così. Avete tutti scritto che la Moratti era la candidata perfetta per la Lombardia. Il Lazio con un ottimo candidato e coalizione è andato peggio. Sono trent’anni che votiamo e siamo scontenti di chi votiamo. Sostengo da sempre che votiamo per ragioni sbagliate: appartenenza e moda.

Calenda sottolinea come “basta guardare l’astensione” per capire le sue ragioni: proprio l’elevato astensionismo è stato “la ragione per cui abbiamo fondato Azione”, in modo da offrire agli elettori un punto di vista alternativo.

Se stamattina volete sostenere che il voto a Fontana è basato sui risultati del buon governo, fatelo.

Elezioni regionali, Calenda: “L’assunto era che Moratti prendesse voti di elettori delusi da Fontana”

Poche ore prima l’ex ministro dello sviluppo economico era intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’aria che tira” su La7, illustrando il proprio punto di vista in modo più esteso. A colloquio con Myrta Merlino Calenda ha rivendicato una certa difficoltà nel vedere i risultati dell’offerta politica targata Terzo Polo già nelle elezioni appena passate.

Io penso che alla fine quello che accade è che alle regionali per noi è molto difficile perché siamo al centro dello schieramento politico e perché è un voto molto di opinione. Il radicamento che abbiamo sul territorio, essendo molto giovane, è relativo. Noi abbiamo scelto due candidati che erano stati buoni assessori alla Sanità. L’assunto era che la Moratti prendesse i voti di elettori del centrodestra delusi dall’azione di Fontana e invece abbiamo sbagliato, non è andata così.

Le ragioni del tonfo del Terzo Polo sono dunque da ricercare in alcuni errori di valutazione in ottica delle regionali, che “sono un voto molto difficile”.

Quando qualcosa non funziona, io tendo ad ammetterlo e a spiegare il perché di quell’errore. Per noi le regionali sono un voto molto difficile, siamo al centro dello schieramento e il nostro è un voto di opinione.