È trascorsa ormai più di una settimana dal disastroso terremoto che ha sconvolto le popolazioni di Siria e Turchia: il bilancio delle vittime non accenna a fermarsi, con i morti accertati che ormai superano quota 41mila. Il tutto mentre non esiste ancora una stima definitiva su quante persone possano ancora trovarsi sepolte dalle macerie.

I media turchi parlano di oltre 70mila cittadini ancora dispersi, tra adulti e bambini. Nel frattempo i soccorritori hanno estratto più di 8mila persone vive dalle macerie degli edifici distrutti, come confermato direttamente dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Buone notizie sul fronte ospedaliero: il leader della Turchia ha ribadito come più di 80mila persone rimaste coinvolte nel sisma siano già state dimesse. Erdogan ha voluto anche ringraziare gli oltre 100 nazioni di tutto il mondo per i loro messaggi di solidarietà al suo Paese.

Aggiornamenti sul terremoto in Siria e Turchia, l’allarme di Save the Children: rischio epidemia tra i bambini

Nel frattempo Save the Children lancia l’allarme sui bambini coinvolti nel sisma: migliaia di persone sono prive di acqua potabile e di strutture igienico-sanitarie come acqua corrente e servizi igienici. L’organizzazione internazionale che lotta per salvare bambini e bambine ribadisce come, in simili condizioni, ci sia il rischio che si diffonda un’epidemia di malattie trasmesse dall’acqua, potenzialmente letale per i più piccoli e fragili.

Nel frattempo si continua a scavare: nelle operazioni di soccorso sono impegnati anche i vigili del fuoco e le unità cinofile della guardia di finanza provenienti dall’Italia, mentre dal Giappone è atterrato in Turchia un aereo inviato dal governo. La spedizione di Tokyo, guidata da un team di 36 persone tra medici ed esperti in emergenze, contiene circa 15 tonnellate di attrezzature mediche e altri beni di prima necessità che verranno distribuiti alla popolazione locale.

Terremoto, Damasco accetta di aprire valichi per consentire i soccorsi

Per garantire una tempestiva consegna di aiuti umanitari, il presidente della Siria Bashar Al Assad ha dato il suo nulla osta nell’aprire i due valichi di Bab Al Salam e Al Ràee. Lo ha confermato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Mentre il bilancio del terremoto continua a salire, fornire cibo, nutrimento, protezione, riparo, provviste invernali e altre forniture salvavita ai milioni di persone colpite è della massima urgenza. L’apertura di questi valichi, oltre a facilitare l’accesso umanitario, accelerare l’approvazione dei visti e facilitare i viaggi, consentirà l’ingresso di più aiuti, più velocemente.

L’ambasciatore di Damasco all’Onu Bassam Sabbagh ha precisato come l’accordo sull’apertura dei due valichi annunciato dal segretario generale Guterres sia stato fatto “con l’Onu e senza precondizioni“.

L’impegno del governo è di portare aiuti al popolo siriano dovunque si trovi. Le persone nel nord-ovest del Paese sono siriani come gli altri e per questo il governo supporta la consegna di aiuti umanitari da qualsiasi valico.

Almeno per il momento, dunque, il disastro naturale ha messo la parola fine ad un isolamento diplomatico siriano che durava da diversi anni: l’aereo saudita atterrato questa mattina ad Aleppo, carico di aiuti per le vittime del terremoto, è il primo da oltre un decennio, come confermato da un funzionario del ministero dei Trasporti siriano rimasto anonimo.