Ultimi aggiornamenti dalla guerra in Ucraina, dove si è giunti al giorno 356 del conflitto. Proseguono gli attacchi russi, che nelle ultime 24 ore si sono concentrati in 8 oblast tra il versante est, sud e nord ucraino: nel mirino sono finite le regioni di Donetsk, Kherson, Kharkiv, Sumy, Mykolaiv, Chernihiv, Zaporizhzhia e Luhansk.
Secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, tre persone sono state uccise e sei ferite nei molteplici attacchi delle ultime 24 ore. Solo oggi, martedì 14 febbraio, a detta dell’amministrazione militare dell’oblast di Kherson le truppe di Mosca hanno colpito ben 54 volte: utilizzavano sistemi di razzi a lancio multiplo, mortai, carri armati e artiglieria. Gli attacchi hanno ucciso due persone e ne hanno ferite altre tre, secondo le autorità: colpiti anche una linea ferroviaria ed edifici residenziali di Kherson.
Guerra in Ucraina, pesanti attacchi di artiglieria su Bakhmut: in città ancora migliaia di civili
In queste ore l’assedio russo si sta concentrando sulla città orientale ucraina di Bakhmut, ormai da mesi sotto attacco dell’artiglieria russa. Lo ha confermato Volodymyr Nazarenko, vice comandante del battaglione ucraino Svoboda.
La città, i sobborghi, l’intero perimetro e sostanzialmente l’intera Bakhmut con Kostyantynivka sono sottoposte ad un folle, caotico bombardamento.
Secondo l’intelligence della Difesa britannica, ad ogni modo, i progressi di Mosca sul fronte del Donbass “non sono decisivi” a causa della insufficiente “potenza di combattimento offensivo”.
Nel frattempo, però, a Bakhmut ci sono ancora poco meno di cinquemila civili: lo ricordano la autorità di Kiev, sottolineando come prima della guerra gli abitanti della città fossero circa 70mila. Il governatore militare dell’oblast Pavlo Kyrylenko ha sottolineato come il numero dei cittadini “deve essere ridotto al minimo”, pur ribadendo che saranno garantiti i rifornimenti necessari a chi ancora si trova in città.
Stoltenberg sui sostegni all’Ucraina: “Nato non è parte del conflitto”
Aprendo un incontro a Bruxelles, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha risposto sugli aiuti internazionali a Kiev, confermando il piano degli alleati in sostegno all’Ucraina.
La priorità ora è consegnare i tank, i Leopard e gli altri che sono stati promessi, nonché i veicoli blindati di fanteria. Ed è quello che stanno facendo gli alleati. Poi bisogna far sì che ci siano le munizioni. I jet non sono la questione più urgente ora, ma la conversazione è in corso perché le necessità dell’Ucraina evolvono con l’evolversi della guerra.
Stoltenberg sottolinea come “né la Nato né gli Alleati della Nato sono parte di questa guerra“: la politica della Nato si sta limitando a fornire sostegno all’Ucraina.
L’Ucraina si sta difendendo: questa è una guerra di aggressione, la Russia ha attaccato una nazione sovrana ed indipendente in Europa e naturalmente l’Ucraina ha il diritto di difendersi. Il diritto all’autodifesa è parte del diritto internazionale e noi sosteniamo l’Ucraina nel suo diritto all’autodifesa.
Non è dello stesso avviso il Cremlino, che considera ormai la Nato “un’organizzazione ostile” alla Russia. Lo ha ribadito il portavoce di Putin Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti.
La Nato è un’organizzazione che ci è ostile, che conferma la sua ostilità ogni giorno e che sta facendo del suo meglio per rendere il più chiaro possibile il suo coinvolgimento nel conflitto intorno all’Ucraina. Naturalmente, ciò richiede alcune precauzioni.