Il governo non sarà più parte civile nel processo Ruby ter, in cui è imputato anche Silvio Berlusconi. A due giorni dalla sentenza di primo grado – prevista per mercoledì – palazzo Chigi ha scelto di rinunciare a chiedere i danni al Cavaliere.
Il governo non sarà più parte civile nel processo Ruby ter
La Presidenza del Consiglio informa in una nota di avere dato incarico all’Avvocatura dello Stato di revocare la propria costituzione di parte civile nel processo penale cosiddetto ‘Ruby ter’ a carico, fra gli altri, del senatore Silvio Berlusconi.
“La costituzione – spiega la nota di Palazzo Chigi – era stata disposta nel 2017 dal Governo Gentiloni, un Esecutivo a guida politica, in base a una scelta dettata da valutazioni sue proprie, in un momento storico in cui non erano ancora intervenute pronunce giudiziarie nella medesima vicenda. La formazione, avvenuta nell’ottobre 2022, di un nuovo governo, espressione diretta della volontà popolare, determina una rivalutazione della scelta in origine operata”.
La notizia è accolta con soddisfazione dai capogruppo di Forza Italia in Parlamento, Licia Ronzulli e Alessandro Catteneo.
“Siamo soddisfatti e felici, mi sarei stupita del contrario, e cioè che il governo si costituisse parte civile in un processo in cui c’è una parte dello stesso governo. Non ho capito come mai un governo in precedenza lo avesse fatto, è sempre meglio aspettare le decisioni della magistratura che costituirsi parte civile”, ha detto la senatrice e la coordinatrice lombarda di FI, Licia Ronzulli.
“Un atto di buon senso che ci soddisfa e che rimedia ad una scelta discutibile fatta da un governo precedente. Stiamo lavorando, tutti insieme, nell’interesse dell’Italia e il presidente Berlusconi è parte fondamentale del progetto di buongoverno del centrodestra. Proseguire su una strada oppositiva, che non ritenevamo avesse alcun senso già quando è stata intrapresa, sarebbe stato incomprensibile”, così in una nota Alessandro Cattaneo, presidente dei deputati di Forza Italia.