Chissà se tra le eredità del Festival di Sanremo c’è il Pianeta Scuola, quel mondo che riguarda tutti, grandi e piccini, spesso dimenticato e che torna alla ribalta solo quando il ministro della Pubblica istruzione di turno manifesta qualche idea estemporanea. Dalle prime riflessioni che si leggono dopo Sanremo è scomparsa proprio la Scuola. Eppure la giornalista Francesca Fagnani ne ha parlato, e bene, raccontando i suoi incontri con i ragazzi del carcere minorile di Nisida e con detenuti adulti finiti in carcere per reati molto gravi. Sul palco dell’Ariston ha detto: “Quando ho intervistato adulti finiti in carcere, per reati gravissimi, ho chiesto loro: “Cosa cambieresti della tua vita?“. Quasi tutti mi hanno dato la stessa risposta: “Sarei andato a scuola, perché se nasci in quel quartiere, in quel palazzo o da quella famiglia, è solo tra i banchi di scuola che puoi intravedere la possibilità di una vita alternativa a quella già scritta per te da altri”.

L’istruzione per formare cittadini migliori

E’ un grido di aiuto, l’appello per una scuola a disposizione di tutti. Lo ricordava uno dei più lucidi padri costituenti, Piero Calamandrei: “La scuola, come la vedo io, è un organo costituzionale. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente”. Ma andare a scuola vuol dire aprire la mente a tutti e creare cittadini migliori. Così anche la classe dirigente farà meno fatica a governare il Paese, un’azienda, un’associazione, una comunità.

Stefano Bisi