ll Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha parlato, prima della celebrazione del ‘Premio Andrea Fortunato‘, della delicata situazione degli atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi. Il CIO, infatti, sta lavorando per valutare la loro partecipazione a Cortina 2026, ma, soprattutto, a Parigi 2024.
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Olimpiadi, le parole di Giovanni Malagò
In prima battuta Malagò ha parlato di quello che è l’obiettivo del CIO e della grande problematica che si presenterà per Cortina 2026:
“Il CIO ha l’obiettivo e vuole la globalità di tutti i paesi del mondo, in questo caso, poi, noi abbiamo un problema nel problema, perchè siamo il Paese ospitante delle prossime olimpiadi invernali. In merito a questo non voglio giudicare quello che ha detto il presidente Zelensky, perchè mi occupo solamente di diritto sportivo.”
Sulle condizioni dettate dal CIO per la partecipazione alle prossime Olimpiadi per gli atleti russi e bielorussi, Malagò si è espresso così:
“Le considerazioni fatte dal presidente Bach e dal CIO sugli atleti russi e bielorussi pongono dei paletti molto molto alti. In caso di loro partecipazione, infatti, non ci saranno ne bandiere ne inni nazionali, anche se già da Tokyo 2020 non c’era l’inno russo ma una musichetta riecheggiante che ricordava le colonne sonore del mondo russo. Ci deve essere una chiara intenzione di non appoggiare la politica della guerra del loro paese. Da quel che si è capito non ci saranno gli sport di squadra, ma solamente quelli individuali, quindi è come se fossero apolidi o, come ha detto qualcuno, dei rifugiati.”
In chiusura ha sottolineato un’altra grande problematica, ossia quella legata al termine della guerra, voluta da tutti, ma che non farebbe partecipare gli atleti alle Olimpiadi ma per altri motivi:
“Tutti ci auguriamo che la guerra finisca al più presto, ma nel caso questo avvenga tra qualche mese o tra un anno ci sarà il problema che gli atleti russi non potranno partecipare alle olimpiadi perchè non hanno partecipato ai tornei di qualificazione.”