Una nuova, folle tendenza si fa strada tra i giovani su Tik Tok: la cicatrice francese. Praticamente consiste in un pizzicotto dato talmente forte sulle guance da lasciare lividi vistosi per giorni e talvolta settimane. Magari parlare di “moda” è esagerato, visti i pochi casi registrati, ma prima che rischi di diventarlo davvero due dirigenti scolastiche di altrettante scuole medie di Bologna hanno lanciato l’allarme scrivendo alle famiglie di alcuni ragazzi per informarle della tendenza di alcuni loro alunni a procurarsi la “cicatrice francese”.
Tik Tok, il social che sforna tendenze spesso pericolose: l’ultima è la cicatrice francese. Ecco di cosa si tratta
Parliamo, si è detto, di un livido sul volto autoinflitto con un forte pizzicotto che lascia un segno per un tempo tutt’altro che breve. Questa sfida assurda sta diventando una moda per dimostrare la propria durezza, ma è solo un modo di farsi del male. L’atto visibile di autolesionismo, scrive l’Ansa, ha “allarmato gli insegnanti e le dirigenti scolastici di due scuole, una a Molinella e una in città, quando hanno visto i ragazzini arrivare in classe con il viso tumefatto da segni molto simili fra loro e, inizialmente, avevano pensato a episodi di bullismo”. A La Repubblica, il professore Stefano Camasta ha spiegato che “anche se i casi sono pochi, l’uso di questi canali dovrebbe essere maggiormente sorvegliato. Questa è una risposta a richieste subdole che indicano una disponibilità a lasciarsi influenzare da certi comportamenti. Potrebbe essere una ricerca di identità e visibilità. I preadolescenti giocano sempre tra la distinzione e l’uniformità. Questi fenomeni durano poco e vengono sostituiti da altri, ma rimangono un campanello d’allarme per la rapidità con cui si diffondono e la disponibilità a recepirli”. Non si tratta di bullismo, bensì di un “fenomeno social” che si starebbe pericolosamente allargando: su TikTok sono stati postati già alcuni tutorial che insegnano come procurarsi il livido particolare. Il pericolo è che atti inizialmente sporadici e nosense come questi diventino col passare del tempo attrattivi per un numero sempre maggiore di studenti e studentesse. Maria Masini, preside della scuola di Molinella ha spiegato: “I genitori interessati sono già stati contatti direttamente, ma cogliamo l’occasione per invitare tutti a monitorare i contenuti dei social e affiancare i propri ragazzi per contenere inutili e pericolosi gesti di emulazione”. Stesso ragionamento per Filomena Massaro, preside dell’Istituto comprensivo 12 di Bologna, che ha sottolineato come “quella proposta che all’apparenza può sembrare priva di significato, in realtà è una forma di autolesionismo” ed è bene denunciare la sua gratuità. Anche perché “quella traccia rossa diventa una sorta di segno distintivo, come fosse un rito di passaggio per appartenere a una categoria ben precisa”, conclude la dirigente. Gli istituti interessati hanno organizzato incontri con le classi per parlare di quanto sta succedendo e dei rischi che si corrono. Non solo: sono stati coinvolti anche i carabinieri in modo da intensificare ancora di più il dialogo e far vedere agli studenti quali possono essere le conseguenze a tali gesti. Il colonnello Rodolfo Santovito, comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna in un’intervista sul Resto del Carlino ha detto: “Gli incontri nelle scuole, di tutta l’area metropolitana bolognese, sono appuntamenti a cui teniamo fortemente. Solo nel 2022 abbiamo incontrato più di 2.200 studenti. Parlare con i giovani permette a noi di diffondere i temi della legalità, dal cyberbullismo al bullismo, dall’assunzione di sostanze stupefacenti alla guida in stato d’ebrezza, ma ci permette anche di apprendere il punto di vista degli studenti e le problematiche che affliggono le giovani generazioni”. Così, la rete di collaborazione che l’Arma ha instaurato sul territorio anche con i dirigenti scolastici, si è attivata anche in questo caso: “Il fenomeno della ‘cicatrice francese’ sarà oggetto di incontri specifici in molte scuole del territorio. Sempre nel 2023, poi, abbiamo in programma nell’area metropolitana incontri dedicati anche al terrorismo, alla criminalità organizzata e alle indagini scientifiche, nell’ambito di una nuova collaborazione avviata a livello nazionale con la fondazione Vittorio Occorsio”, chiude Santovito.